Il Parco nazionale del Vesuvio è stato istituito con legge del giugno 1995 e l’attuale commissario Ugo Leone fu il primo presidente del parco. “Dopo due anni mi dimisi perchè decisi di tornare alla carriera universitaria”, queste le parole del professore Ugo leone . “Quando nacque il parco non avevamo una nostra sede ma il sindaco di San Sebastiano a Vesuvio, Pino Capasso, ci mise a disposizione le stanze del comune “. Il presidente Ugo Leone al suo insediamento si trovò ad affrontare due problemi: la discarica nel comune di Terzigno o una funicolare che doveva essere finanziata con i fondi dei mondiali di calcio del 1990, ma l’idea di una funicolare fu abolita per varie opposizioni . Nel 1995 ci fu a Napoli il primo commissariamento per il problema dei rifiuti, e il commissario nonché prefetto di Napoli individuò nella cava Sari un luogo dove sversare rifiuti.
“Aprimmo una trattativa con il ministro dell’Ambiente e il prefetto rendendoci disponibili ad utilizzare la cavità solo per due anni e per inserirvi solo inerti in cambio di premi in royalties da dividere con il comune di Terzigno e inoltre c’avevano assicurato una bonifica del territorio. Fortunatamente il progetto non andò avanti grazie all’opposizione del Consiglio direttivo e mi resi conto che il direttore generale del ministero dell’ Ambiente Mascarzini non aveva alcuna intenzione nè di bonificare il territorio nè di dare soldi”. Ugo Leone è tornato nel 2008 con un incarico quinquennale ,ma oggi continua a svolgere il suo mandato in proroga perchè non si è trovato un successore . “E’ impossibile che non si riesca a trovare un successore con competenze necessarie per dettare una linea politica al parco, decisione che deve essere presa da un accordo fra ministro dell’Ambiente e la Regione “.
“Nel 2008 ci trovammo ad affrontare l’annosa questione della cava Sari 1, chiamata cosi perchè differente dalla prima, che fu trasformata in discarica con deroga alla legge 394. Il parco con un documento si rese disponibile ad aprire due siti di compostaggio per evitare l’apertura della discarica. Il problema è che quando cava Sari 1 avrebbe raggiunto la saturazione avrebbero aperto cava Vitiello”. “Il 23 maggio 2010 fu indetta una conferenza stampa, in seguito venne organizzato un incontro con Berlusconi, Bertolaso e i comuni vesuviani in cui fu firmato un documento per arrivare a bloccare l’apertura di cava Vitiello e che cava Sari 1 fosse utilizzata solo per lo sversamento dei rifiuti dei 13 comuni”. Al di là della dolorosa questione discarica, uno degli obiettivi principali è quello di portare allo splendore il parco nazionale del Vesuvio con degli investimenti. Ugo Leone ci spiega che l’ente può disporre sia dei fondi che provengono dal ministero dell’Ambiente, che giudica “molto scarsi”, sia delle risorse provenienti dalla vendita biglietti agli escursionisti che si recano sul cratere. “Purtroppo siamo vincolati dal ministero dell’Ambiente per la gestione del denaro e alcuni fondi vengono usati per gli abbattimenti”. Sulla questione bonifica: “per legge deve essere fatta ma ho solo la facoltà di sollecitare il ministero affinchè si adoperi.
Intanto per il prossimo anno turistico tutta quota mille sarà ripulita e tutte le carenze strutturali saranno riparate in collaborazione dell’ ITB e il comune di Ercolano che ha la competenza della rimozione dei rifiuti”. Sullo sversamento illegale dei rifiuti: “esistono i sistemi di videosorveglianza ma non c’è chi monitora la situazione e la stessa guardia forestale non ha persone sufficienti per i controlli”. Alla domanda se il parco ha avuto uno sviluppo nel settore turistico il presidente ha risposto in maniera secca: “il turismo nel parco non esiste, esiste un formidabile escursionismo che conta più di 500 mila persone all’anno ma non ha nessuna ricaduta economica sui comuni. Il turismo si può sviluppare se i comuni si mettono d’accordo e attraverso un tour operator creano un pacchetto che include la visita di ville vesuviane un percorso enogastronomico che invogli le persone non solo a salire sul cratere ma a visitare per più giorni i nostri paesaggi “. “Spero che per il futuro si prenda esempio dal parco di Abruzzo che ha 90 anni. I comuni vesuviani come quelli abruzzesi devono comprendere di vivere in un’area protetta. Noi d’altro canto abbiamo rapporti privilegiati con le scuole che hanno il compito di creare cittadini consapevoli che l’ambiente è una risorsa sia economicamente che socialmente importantissima per la nostra vita ed è per questo motivo che ne dobbiamo avere cura”.
Gianluca D’Ambrosio