Pompei, Uliano non ce la fa. “Excusatio non petita, accusatio manifesta”

uliano 015Un modo per prendere tempo, forse. Una “excusatio non petita” che in genere non fa altro che sottolineare la inevitabile “accusatio manifesta”.

Ad oltre otto mesi dalle elezioni il Messia di Pompei ha sentito l’irrefrenabile impulso di parlare nuovamente ai suoi concittadini. Per dire cosa? Sostanzialmente nulla.

Il buon Uliano, oltre a ringraziare i concittadini, tanti, che gli hanno concesso la loro fiducia alle scorse amministrative e che oggi, in molti, cominciano a pentirsene, chiede a tutti, a tutta Pompei di rialzare la testa. Lui, da solo o magari in cattiva compagnia, non ce la fa!

Pur essendo “tutte brave persone”, proprio non si riesce a risolvere i tanti problemi “ereditati”.

La realtà è però tutt’altra. Dopo un’estate di assestamento, un autunno di dimissioni e sostituzioni di assessori ed un inverno che si appresta a passare anonimo come tutti gli altri mesi che hanno caratterizzato questa nuova amministrazione pompeiana, alla resa dei conti, non sono i problemi ereditati a fare rumore, ma l’assoluta assenza di programmazione politica e di soluzioni, quanto meno messe sul tavolo per affrontare queste gravi “eredità”. Nulla di fatto, nulla di programmato e nulla di nulla per quel che riguarda una giunta annunciata come una assoluta novità per la politica, per il cambiamento. Quella giunta varata a giugno non esiste più, se non in piccolissima parte, ed è, anche questo, un chiaro segno di un fallimento annunciato.

Oggi il Messia pompeiano chiede l’aiuto di quelli che si attendevano un aiuto concreto per risollevare le sorti di Pompei che nel frattempo sprofonda sempre più. Parla ancora di “eredità” gravi, come se la situazione pompeiana gli fosse piombata addosso a sua insaputa. Il buon Uliano ha dimenticato di essere stato amministratore della sua città negli ultimi dieci anni, ha dimenticato di essere stato vicesindaco di quel Claudio D’Alessio coinvolto nell’ultimo scandalo pompeiano assurto ai “disonori” della cronaca nazionale appena qualche settimana fa? Ferdinando Uliano, sindaco, ha forse dimenticato, ma, sfortunatamente per lui, i pompeiani probabilmente non hanno dimenticato nulla.

Del resto, quando si chiede il consenso ai propri concittadini per cambiare la politica, per cambiare la città, non basta aprire simbolicamente le porte del palazzo di città. Bisogna conoscere ciò a cui si va incontro e essere coscienti dei problemi che si dovranno affrontare per ricompensare i propri elettori della fiducia riscossa. Inutile e pretestuoso poi lamentarsi dell’eredità ricevuta. Quella eredità un candidato sindaco la deve conoscere prima di candidarsi, programmare il futuro e affrontare i problemi per risolverli.

La campagna elettorale è finita!

Gennaro Cirillo

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