Usura a Trecase, presi 5 “strozzini”: interessi sui prestiti del 140%

usuraQuesta mattina i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari (2 in carcere, 2 ai domiciliari, e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) a seguito d’un’ordinanza emessa dal gip del tribunale oplontino, nei confronti di un intero nucleo familiare: sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria.

Si tratta del capofamiglia Luigi Raiola, 60 anni, finito al carcere di Poggioreale; la moglie, Maria Nughetti, 57 anni e la figlia, Giovanna Raiola, 36 anni, entrambe ai domiciliari.

E infine, gli altri due figli, di cui uno, A.R., 26enne, denunciato a piede libero e Giuseppe Raiola, per cui è stato predisposto l’obbligo di firma. Coinvolta anche una persona esterna alla famiglia, Stefano Siano, 60 anni.

L’operazione, condotta dai militari di Torre Annunziata e della stazione di Trecase, scaturisce dal rinvenimento, nel corso di una perquisizione alla famiglia del piccolo comune del Vesuviano, di un libro mastro dell’usura dove era riportato il rendiconto di operazioni di prestito usuraio in danno di un elevato numero di vittime.

La documentazione sequestrata, da cui emergono i rapporti con numerosi debitori è indicativa “carattere sistematico e diffuso delle condotte criminose poste in essere dal gruppo criminale”, ha scritto in una nota il procuratore capo di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico. Sono state identificate ben quindici vittime tra artigiani, piccoli imprenditori e pensionati tutti di Trecase. Ricostruita anche la rete di usurai formata da quattro componenti di una famiglia di Trecase insieme a un pregiudicato che imponevano prestiti con tassi usurai di oltre il 140%.

Il commento. Il Circolo cittadino di Sinistra Ecologia Libertà plaude all’operazione antiracket condotta da carabinieri della stazione di Torre annunziata e quella di Trecase che hanno portato all’arresto numerosi usurai residenti nel comune Oplontino.
Non possiamo però non evidenziare come negli anni scorsi ci siano stati ingenti sovvenzionamenti da parte del Comune per lo sportello della “Casa della Solidarietà per la lotta all’usura e al racket”, gestito dall’Associazione A.L.I.L.A.C.C.O. S.O.S. Impresa Campania, affinché esso potesse essere lo strumento per una attività di controllo e prevenzione sul territorio proprio su questi temi.
Chiediamo al Sindaco e al dirigente di Piano quali siano state le attività svolte dall’associazione di Amleto Frosi e quali risultati abbiano prodotto, considerato che solo l’intervento dei carabinieri è riuscito a smantellare questo giro di usura.
Inoltre chiediamo con insistenza al Sindaco Giosuè Starita affinché venga convocato immediatamente l’osservatorio della legalità, istituito a metà dicembre dal consiglio comunale e che già sarebbe potuto essere lo strumento operativo per gestire la vicenda relativa allo sgombero di palazzo Fienga; ci auguriamo che tale istituzione possa diventare l’organismo attivo per mettere in campo azioni e prevenzione di contrasto agli episodi di criminalità organizzata che ancora imperversano nel nostro territorio.
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