Torre Annunziata, interrogazione sul mancato scioglimento del consiglio

Regione Alfano“Nella mia interrogazione ad Alfano chiedevo di conoscere i motivi che avevano spinto il prefetto a non procedere allo scioglimento del consiglio comunale di Torre Annunziata, nonostante il grave caso di inquinamento dell’attività amministrativa. Ho ricevuto la risposta dal ministro dell’Interno ma Alfano sembra non essersi interessato della faccenda, tanto da rispondermi leggendo una lettera inviata direttamente dal sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita. Non ci sono accertamenti da parte del ministero, nessun controllo, nessuna verifica. Basta una lettera del sindaco, implicato in quella stessa faccenda, per ribadire che tutto a Torre Annunziata procede secondo legge. Un ministro che si fa dettare la risposta dal sindaco imputato è un fatto clamoroso. Un ministro che fa il passacarte del sindaco di un Comune sotto indagine prefettizia è davvero il colmo, anche per un ministro come Alfano”.

Lo afferma Luigi Gallo, deputato campano del M5S, a margine della seduta della Camera nella quale si è discussa l’interrogazione presentata dallo stesso deputato Gallo circa la richiesta di scioglimento del Comune di Torre Annunziata. Lo scorso 7 gennaio 2014 il prefetto di Napoli aveva intimato al sindaco Giosuè Starita di rimuovere gli aspetti di inquinamento dell’attività amministrativa entro sei mesi. Eppure nel mese di luglio le situazioni di illegalità continuavano a perdurare. Ma non si è proceduto allo scioglimento del consiglio comunale.

Nell’interrogazione presentata da Luigi Gallo si evidenziavano alcune gravi irregolarità come i legami tra dipendenti comunali e la criminalità organizzata, il monopolio di alcune ditte – che in maniera disinvolta ricorrono al subappalto – sulla gestione dei servizi cimiteriali, irregolarità su concessioni demaniali ed autorizzazioni commerciali e pubbliche che favoriscono o danneggiano alcune imprese, ed ancora sospetti brogli ai seggi elettorali, con i coinvolgimento di alcuni clan camorristici della zona e l’abbattimento di abusi edilizi appartenenti a famiglie legate alla criminalità organizzata.

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