Pompei/Napoli: la visita di Bergoglio per radicare Cristo nelle periferie

Udienza generale di Papa FrancescoSono tante e diverse le emozioni che si stanno rincorrendo nell’immediata vigilia della visita di Papa Francesco al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. La prima è senza ombra di dubbio la sobrietà: sarà una visita breve quella del Sommo Pontefice nella città mariana, caratterizzata da intensi momenti di preghiera e raccoglimento intorno alla parola evangelica. Quest’ultimo punto merita una particolare attenzione, visto che l’intenzione del Santo Padre sarà proprio quella di radicare il messaggio cristiano nella difficile realtà della provincia napoletana, inserita a sua volta nel più vasto progetto di riavvicinare la chiesa di Cristo a quel mondo emarginato e disadattato delle periferie da cui sembra essersi allontanata. A tal proposito significative saranno le visite al quartiere di Scampia e al carcere di Poggioreale, realtà caratterizzate dalle forti criticità sociali e che attendono una parola, la parola evangelica, per cominciare a costruire un discorso di speranza e di futuro, lì dove regna l’assenza dello stato, la criminalità, la violenza.

Sono proprio le periferie il trait d’union della presenza di Papa Francesco, particolarmente sensibile al mondo degli ultimi, lo stesso mondo dal quale proviene egli stesso essendo cresciuto in uno dei quartieri più malfamati di Buenos Aires. In questo senso, la visita del Pontefice alla città di Pompei e al suo Santuario, si permea di un messaggio forte, che arriva direttamente al cuore pulsante di quella fede, radicata dal beato Bartolo Longo, che si è consolidata nel tempo a partire proprio dallo stretto legame con il territorio. Tuttavia, la venuta di Papa Francesco dà voce ad un bisogno profondo di rinnovamento; una rinascita che riguarda non solo i valori cristiani, da conciliare sempre più con una realtà in continua trasformazione, ma soprattutto dei due pilastri fondamentali del vivere associato: l’etica e la solidarietà.

La città di Pompei, epicentro di questo straordinario evento, vive una fase storica difficile sia sotto il profilo politico che socio-economico. Si avverte un bisogno urgente di ripensamento della vita cittadina e di quella produttiva, che non trascuri gli insegnamenti evangelici, incentrati sull’uomo e sul suo riscatto individuale, affinché la visita di Papa Bergoglio possa rappresentare realmente una porta aperta sul futuro e sulla speranza, come ricordato nei giorni scorsi da Sua Eccellenza Mons. Caputo, e non solo un grande giorno da ricordare negli anni a venire. Pompei città e luogo di culto, per il suo passato fatto di fede e cultura, ha sulle proprie spalle il peso e la responsabilità di illuminare le tenebre di un mondo sempre più segnato dalla mancanza di radici e di valori, elementi questi che rischiano seriamente di scaraventare l’umanità in un baratro senza fine.

Angelo Mascolo

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Sono archeologo, giornalista e scrittore. Collaboro con «Il Gazzettino Vesuviano» dal 2013. Scrivo e racconto storie perché è l’unica cosa che so fare. Nel 2016 il mio romanzo ambientato a Castellammare si è classificato secondo al Premio Letterario RAI «La Giara». A novembre 2017 è uscito «La primavera cade a novembre», giallo edito dalla casa editrice Homo Scrivens, arrivato alla seconda ristampa, che ha ottenuto diversi riconoscimenti a livello nazionale.