Immondizia a Villa Arianna: un degrado senza fine

11028045_10206755412514866_8606723849955985190_nSacchetti di immondizia accatastati all’inizio di via Varano. Sopra, il cartello che indica l’ingresso a villa Arianna. E’ questo lo spettacolo che hanno “ammirato” i gruppi di turisti che si sono recati in visita alla villa romana nella mattinata di ieri. Un gesto di inciviltà, di abbandono, di degrado. Ma soprattutto l’ennesimo affronto alle bellezze di una città condannata a morire di inedia, di indifferenza. L’area archeologica di Varano versa in questo stato da decenni, lontana da progetti che la riqualifichino e che la mettano al centro di un discorso serio di valorizzazione.

Oggi i sacchetti di immondizia, ieri le opere incomplete e le segnalazioni illeggibili. E poi l’abusivismo edilizio, le fondazioni megalomani, i parchi archeologici fantasma e il disinteresse generale. Mettete insieme tutto questo e ne viene fuori un cocktail nauseabondo, puzzolente quanto la mondezza che i turisti hanno trovato a via Varano. In una città normale un fatto del genere avrebbe suscitato indignazione, proteste. Perché appartiene anche alle logiche più elementari l’idea che  curare il bello rappresenti il primo passo per curare se stessi e il mondo circostante. Ma non a Castellammare, non nel nostro territorio stracolmo di ricchezze e anche di tanta strafottenza.

Tuttavia la cosa che più indigna dei sacchetti di Villa Arianna è la mortificazione. La mortificazione, in primis, dei volontari di Legambiente che da anni stanno tentando di tenere pulita l’area archeologica e al contempo di promuoverla; poi la mortificazione del vivere civile espressa tutta in quei sacchetti buttati lì a caso, senza il minimo rispetto della raccolta differenziata. Il problema è politico, culturale. Di fronte al degrado di sempre le chiavi di lettura offerte sono sempre le stesse. Ogni volta, però, sfugge l’elemento più semplice: l’amore per il territorio. Se non si ama la terra nella quale si è nati, non si può comprendere il sentimento straziato di chi combatte per una terra diversa, magari migliore.

I barbari non capiranno mai questo. E i barbari non sono solo gli uomini della classe dirigente, ma noi tutti che disprezziamo il vivere civile, la solidarietà e il rispetto per ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Qualcuno, il solito volontario armato di passione e pazienza o qualche operatore del comune, magari rimuoverà quei sacchetti da via Varano.

Ma da oggi inevitabilmente le nostre coscienze puzzeranno tutte un po’ di più.

Angelo Mascolo

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