“La percentuale di giovani scafatesi che non lavora è allarmante, a prescindere dai titoli di studio e dalle competenze. Noi crediamo che le feste di inaugurazione degli “eterni cantieri” di Scafati e le lotte per i finanziamenti (come quelle una volta con e l’altra contro Gambino ad esempio, una sorta di gara a chi l’ha fatta più grossa) non servono a nulla se poi le ditte che lavorano sul territorio non garantiscono occupazione nemmeno ad un disoccupato scafatese su tre. Il mega progetto dell’ex Copmes comporta una spesa di 18 milioni di euro che finora ha prodotto sviluppo zero e solo tante chiacchere.
La montagna non ha partorito nemmeno il topolino, ha proprio abortito: pansiamo sia il momento di intervenire cercando una soluzione seria sul cantiere che doveva salvarci ma che rischia di affondarci se non cerchiamo di recuperare almeno i posti di lavoro per i nostri giovani da questo ambizioso progetto.
Forse Aliberti, che trova sempre un’occasione di lavoro per chi conosce tra staff e servizi sociali, non si rende conto di quanto potrebbe essere importante per i disoccupati del posto fare in modo che le ditte che lavorano a Scafati abbiano “l’obbligo”di assumerli. Questo sarebbe creare vero sviluppo e quindi di conseguenza, ci sarebbe davvero motivo di festeggiare con cantanti, manifesti 6 x 3 e ringraziamenti pubblici” concludono gli attivisti di Scafati Arancione.