Quisisana: la “svolta storica” che tarda ad arrivare

Reggia_di_Quisisana_014Quisisana una delle sedi della Scuola Archeologica di Atene: risultato storico. Queste in sintesi le parole contenute nel comunicato diramato alla stampa dal “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950” che hanno fatto seguito alle dichiarazioni del ministro Dario Franceschini rese nel corso della manifestazione “Expo delle idee”, svoltasi sabato scorso all’interno del sito di Pompei.

La Scuola Archeologica Italiana di Atene – nota con il suo acronimo SAIA – è l’ente, nato agli inizi del ‘900, che coordina in terra ellenica le missioni archeologiche italiane. Un ente che non promuove solo lo scavo e la ricerca sul campo ma anche un’intensa attività didattica volta alla formazione di studiosi e archeologi. Una vera e propria istituzione alla quale si sono legati anche nomi illustri dell’archeologia italiana.

Non capiamo però a cosa possa servire avere una sede di questa Scuola a Quisisana, in una location splendida e importante certo, ma “tagliata” fuori dalle principali coordinate geopolitiche che sostanziano l’attività e l’intervento della Scuola. Non capiamo, inoltre, perché intorno alla Reggia di Quisisana si continua a menar il can per l’aia, ignorando quella che dovrebbe essere invece la sua reale destinazione: la costituzione di un polo museale.

L’antica Stabia vanta più di 8000 reperti, attualmente accatastati in uno scantinato e in condizioni microclimatiche precarie. Reperti non solo ignoti al grande pubblico, ma anche una miniera preziosa di informazioni per gli studiosi, visto che ineriscono l’antico insediamento romano e tutto l’ager stabianus. A Quisisana, ma alla città di Castellammare tutta, serve un Museo. Una cornice all’altezza del suo passato e al tempo stesso punto di incontro di menti e talenti. Non una succursale di una nobile istituzione, peraltro già ramificata in diverse parti d’Europa. Ma soprattutto sarebbe avvilente una volta di più testare proprio a Quisisana il fallimento della politica culturale tentata per la valorizzazione di Castellammare, con la realizzazione di una cattedrale nel deserto che a poco servirebbe per il rilancio del mortificato territorio stabiese.

Angelo Mascolo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano