Di seguito una nota diffusa dai Giovani Democratici di Torre del Greco circa la nomina degli scrutatori in vista delle elezioni regionali de prossimo 31 maggio.
A Torre del Greco pochi giorni fa si è registrata una sconfitta: la scelta unanime della Commissione Elettorale di procedere con la nomina degli scrutatori.
È vero che tra i tanti enormi problemi che tutti affrontiamo ogni giorno è una questione da poco, ma è in periodi di forte sfiducia e di grandi malesseri che bisogna anche con piccoli gesti dimostrare che si è davvero vicino ai cittadini.
Ora, sulla questione, ci sarebbero da fare due considerazioni:
1) il PD locale non ha una reale – o quantomeno diretta – colpa in merito alla vicenda, perché non vi sono suoi membri nella Commissione Elettorale, e quindi non avrebbe mai potuto influire sull’unanimità raggiunta dalla Commissione Elettorale.(Doverosa pare, qui, la parentesi su «le conseguenze delle coalizioni» – e sul perché certi “gufi” han sempre detto che NCD con noi non c’entra nulla, a partire dal livello nazionale, quindi figuriamoci a livello locale – ma questo può solo servire di lezione; e, ahinoi, con i «se» e con i «ma» non si fa la storia, né la si cambia).
2) purtroppo, il metodo delle nomine è previsto dalla legge [LEGGE 8 marzo 1989, n. 95 Norme per l’istituzione dell’albo e per il sorteggio delle persone idonee all’ufficio di scrutatore(…); della nomina se ne parla all’art. 6 della legge 95/1989, poi sostituito dall’art. 9, comma 4, della legge n. 270/2005].
Ora, la prima osservazione che va fatta è che l’orientamento politico di un’Amministrazione Comunale non è totalmente irrilevante, basta pensare che il sorteggio è sempre stato utilizzato come metodo dalla scorsa Amministrazione (che pure aveva i suoi problemi, ma è un’altra storia), e che ora che siamo un piccolo feudo svizzero si è ritornati alle nomine.
La storia dunque è questa, che ci piaccia o no.
Ma è pur vero che dal partito per cui noi lottiamo, per cui mettiamo la nostra faccia sempre, e non solo all’occorrenza o quando più ci conviene, quello stesso partito per cui poi ce ne sentiamo dire di tutti i colori anche quando gli errori non siamo noi a commetterli in prima persona, ci saremmo aspettati che si cercasse un modo per condividere, per aprirsi davvero alla cittadinanza tutta: denunciare subito i fatti, creare un’alternativa seppure marginale dando spazio a disoccupati e giovani..Ma magari anche solo essere tutti presenti domenica scorsa e dire le cose come stanno.
Altrimenti correremo sempre il rischio di essere additati come «il nemico», quando il vero nemico domenica era a leggere i nomi degli scrutatori nominati.
In periodo elettorale si è soliti sospendere il giudizio.Non è compito nostro né nostra abitudine giudicare e non lo facciamo mai, ma è nostro il dovere di parlare in maniera chiara sempre.Soprattutto in periodo di campagna elettorale.
Perché nonostante le grosse difficoltà che si riscontrano nel nostro paese, nel fare politica, nel nostro partito, c’è ancora chi conserva la stessa voglia di fare, con la convinzione che le cose possono davvero cambiare.»