A poco più di una settimana dalla elezioni amministrative locali a Ercolano sale l’attesa per un verdetto che potrebbe rivelarsi un bluff o cambiare radicalmente la scena politica locale. Al di là di chi blatera sempre le stesse tesi ovvero che alcune liste sono sature di vecchi amministratori per cui sarà impossibile (se eletti) parlare di cambiamento e nella ferma convinzione che non bastino solo volti nuovi a perorare le cause ercolanesi ma energie “concrete” legate a questi giovani profili ci chiediamo dove queste persone sino state sino ad oggi.
Fatta eccezione per chi in forma associativa ha realmente prodotto in questi cinque anni per la comunità ( i gusti sono soggettivi ma la finalità positiva indiscutibile) e continua a farlo ci sembra quanto meno atipico che si getti fango su tutto e tutti quasi ci si fosse trasferiti a Ercolano da mesi.
In questo caso sarebbe giustificabile l’atteggiamento disfattista adottato invece da chi ercolanese DOC solo oggi sembra accorgersi del mare di inefficienze che inonda la città. Allo stesso modo appare ingiusto e riduttivo addossare le responsabilità dell’attuale stallo ercolanese al sindaco uscente Vincenzo Strazzullo : persona per bene e professionista stimato Strazzullo resta ad oggi una figura importante all’interno di un partito (Pd) che a livello locale sta facendo parlare molto di se.
Quindi basta con le gogne mediatiche, gli attacchi personali e soprattutto con lo sparare a zero su amministratori e politici sostenuti al contrario sino ad oggi. Vedremo dopo le elezioni quanta verve rimarrà ai candidati e quanto di concreto poi si farà per Ercolano: nella certezza dei buoni propositi dei cinque concorrenti alla carica di sindaco ( Ciro Buonajuto, Antonio Liberti, Gennaro Miranda, Gennaro Cozzolino e Dante Iovino) non resta che invitare gli ercolanesi alla calma e alla riflessione. Non vorremmo che a Ercolano si applicasse il miserabile slogan : “ armiamoci e combattete …:” tanto poi i problemi, quelli veri, restano a chi purtroppo li ha. Della serie : ercolanesi a buon intenditor poche parole.
Alfonso Maria Liguori