A Ischia, isola senza depuratori, si apre una falla nella condotta fognaria sottomarina proprio nel cuore della stagione delle vacanze e i liquami si riversano in mare, a poco più di 150 metri dalla costa. Succede a Forio, nella zona di Punta del Soccorso, in un’area nella quale i fondali non sono profondi per cui i liquami arrivano facilmente in superficie e vengono subito sparsi dalle correnti in varie direzioni.
Finora – per quanto si è riusciti a sapere – non hanno raggiunto scogliere, costa e spiagge; non sono stati adottati provvedimenti di divieto di balneazione e neanche di interdizione alla navigazione.
Il Comune di Forio ha già segnalato la rottura della condotta sottomarina alla società Evi-Energia Verde Idrica, che gestisce i servizi idrici integrati sull’isola d’Ischia – ha reso noto il vicesindaco Gianni Matarese – e la società, che sta monitorando costantemente la situazione, ha già avviato le procedure per la riparazione della falla.
Nessuna emergenza, quindi, come era invece successo non più di una settimana fa a Sorrento (Napoli) dove sempre guasti alle strutture fognarie avevano causato un inquinamento del mare che aveva indotto l’amministrazione comunale a decretare il divieto di balneazione, revocato solo dopo il completamento dei lavori di riparazione degli impianti.
Ma anche senza emergenza, a Ischia, dove non esistono depuratori e i liquami fognari vengono scaricati direttamente in mare (con sei condotte sottomarine che giungono a una profondità media di 100 metri e “sfociano” a circa un chilometro dalla costa) la protesta è scattata ugualmente.
A cominciare da quella di turisti e diportisti, ai quali ha dato voce il presidente dell’Unione Armatori da Diporto, Lino Ferrara, per continuare con il circolo Legambiente Ischia. Gli ambientalisti ischitani hanno inviato un esposto al Comandante della Capitaneria di Porto di Napoli, che è anche commissario dell’Area marina Protetta Regno di Nettuno, al sindaco di Forio e all’Arpac, nel quale parlano di una situazione che “appare veramente inquietante e pericolosa”; fanno risalire l’apertura della falla ad almeno dieci giorni fa e, visto “l’enorme pericolo per il mare, per la salute di chi si bagna e per la catena alimentare” chiedono “un intervento immediato per tamponare la falla, trasparenza dell’iniziativa di bonifica e l’impegno dell’Arpac perché ad horas monitori l’acqua”.