Torre Annunziata, Raffaella Celone si dimette dalla giunta

Raffaella CeloneE così dopo circa un anno il giocattolo nelle mani del sindaco Giosuè Starita, dopo qualche rumoroso scricchiolio, si è ancora una volta rotto. Raffaella Celone protocolla le dimissioni e le annuncia alla stampa.

Questa mattina, nel corso di una serena mattinata di sole, un ex assessore ha voluto chiarire i perché di una decisione che a dire il vero era già nell’aria e sulla rete già da qualche tempo. Nessuna polemica, nessuna recriminazione, solo un quadro lucido di una collaborazione, di una permanenza nel governo di Torre Annunziata diventata impossibile da sostenere.

Poche righe quelle utilizzate da Celone per comunicare al primo cittadino la sua decisione. Nessun spazio alle interpretazioni: “…La decisione scaturisce dalla acquisita consapevolezza dell’impossibilità di portare a compimento il notevole lavoro svolto fin qui, perché mortificato e talvolta ostacolato dalla inspiegabile e reiterata attitudine da parte del sindaco a non programmare, coordinare e nemmeno favorire le normali attività delegate agli assessori”.

Il bel giocattolo, che dava tante speranze alla città oplontina, effettivamente si è rotto e Celone ringrazia per la “…bella esperienza costruttiva. Nel momento in cui mi è stata data la possibilità di dare un contributo alla mia città ho accettato, consapevole della situazione critica che si trascina da anni, ma con passione e tenacia ho speso le mie energie al meglio e sono soddisfatta e orgogliosa del mio operato”, così ha scritto, già ieri, l’ormai ex assessore, sui social.

Un elenco di iniziative, progetti, lavoro, finanziamenti recuperati e che rischiano di essere ancora una volta persi, il tutto vittima di un empasse, di una “politica del non fare” che a Torre Annunziata sembra la prassi politca più in voga. “Ho chiesto al sindaco ed al dirigente dell’Utc ing. Giuseppe D’Alessio nonché al segretario generale – scriveva ieri ed ha confermato oggi Raffaella Celone – notizie circa la concessione da parte di Rfi al Comune delle arcate insistenti sotto la sede ferroviaria interessate al finanziamento regionale “programma Jessica”; ho chiesto che venga fatta la delibera per il Puc, ho chiesto che si collaudino le pratiche per il condono edilizio, ho chiesto garanzie per le scuole, e ancora il perché non va avanti il Piano Parcheggi, ma dal primo cittadino non ho ancora ricevuto nessuna risposta, anzi, mi è stato risposto tutt’altro.

Parla del porto, argomento di cui siamo all’oscuro sia io che l’assessore ai lavori pubblici arch. Antonio Irlando, il sindaco Starita, che poi ha parlato di un “attacco di frenesia” da parte mia per il toto-assessori. Io dalla politica non ho avuto nulla e non devo avere nulla. Mi sembra solo di assistere a quanto già accaduto 10 anni fa con mio padre Enzo Celone, che lavorò con la passione, la determinazione e l’onestà che contraddistingue la mia famiglia ed infine si dimise. Anche all’epoca c’era Ricciardi, lo stesso capogruppo Pd che mi ha indicata per ricoprire il ruolo che penso di aver svolto con dignità ed impegno, riportando risultati, in appena dieci mesi, che nessuno dei miei colleghi di giunta ha ottenuto. Non serve a nulla periodicamente coinvolgere in politica persone serie, credibili, disinteressate, tenaci se restano inascoltate!”.

L’ex assessore Celone, pur sottolineando l’assoluta volontà di tenersi lontana da sterili polemiche che comunque non portano vantaggi alla Città, ha voluto ringraziare quanti hanno invece, sia a livello di dirigenti comunali che regionali, sono stati attivi e propositivi, nonché disponibili a lavorare al suo fianco, a supportarla per il raggiungimento di obiettivi da troppo tempo attesi a Torre Annunziata e che, stando ai fatti di oggi, dovranno ancora attendere chissà quanto tempo. Massima serenità anche quando non ha risparmiato dure critiche per il capogruppo del Partito Democratico torrese. “Ho interpellato sulle stesse questioni, più volte, nel corso degli ultimi mesi, anche il capogruppo del Pd Raffaele Ricciardi, ma lo stesso ha preferito mettere la testa sotto la sabbia al fine di mantenere strani equilibri”.

Intanto, nelle stesse ore in cui l’architetto Celone comunicava alla stampa la sua decisione, a Palazzo Criscuolo si riuniva la giunta, nel corso della quale, sembra che il primo cittadino abbia presentato la delibera per il Puc.
Resta solo un dubbio, non è che magari a rompere continuamente il “giocattolo” sia un “bambino” un po’ troppo inquieto?

Antonio Giuseppe Flauto

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