Campania: i camini della morte nella “Terra dei Fuochi”

legna“Terra dei Fuochi”, denominazione orribile e anche un poco rassicurante. No, non sto scherzando. Rassicurante perché identifica uno specifico territorio compreso tra Napoli e Caserta e, apparentemente, tutto il resto sembra essere candido e puro.

Si tratta, ovviamente, di sciocche credenze, pura illusione di chi non vuole vedere il problema nella sua complessità. Vuoi perché quello che capita nella terra dei dannati riguarda tutti noi che respiriamo la stessa aria, consumiamo gli stessi cibi. Vuoi perché la terra dei fuochi non è un fenomeno geografico ma, piuttosto, un dramma collettivo che nasce dal malcostume diffuso di bruciare rifiuti.

Nei territori compresi tra Napoli e Caserta il fenomeno ha solo assunto dimensione imprenditoriale, ovvero industriale, e perciò è, oggi, assai visibile. Esiste però in tutta la Campania una vasta rete di piccoli “artigiani” del rogo, personaggi meschini e assai ignoranti che bruciano rifiuti per svariati motivi.

Alcuni per sfregio alle istituzione e al vivere civile; altri ancora perché son convinti di fare “pulizia” senza considerare che è meglio un cumulo di rifiuti che un’aria pregna di diossine e polveri sottili.

Ci sono poi una serie di soggetti che lo fanno per mitigare la povertà, come giustificare altrimenti un uomo che brucia cavi elettrici per eliminare la guaina di gomma e ricavarne un poco di rame da rivendere?

Esiste, infine, chi lo fa per migliorare l’economia domestica, come il signor Paolo (nome fittizio ma personaggio assolutamente reale) che ogni mattina con costanza e dedizione fa il giro dei rioni per recuperare l’enorme quantità di mobilio vecchio che la gente impunemente abbandona in strada.

Ha montato un potente termocamino che, alimentato a mobili vecchi, gli assicura un considerevole risparmio sulle bollette di gas e corrente elettrica.

Il signor Paolo non pensa minimamente che dalla sua canna fumaria sta dispensando morte a se stesso, ai suoi figli e a tutto il vicinato, i mobili che brucia fanno calore ma liberano anche nell’aria tutte le sostanze tossiche di cui sono impregnati.

Ma non è il solo a non pensarci, non ci pensa nessuno in verità, né i cittadini né lo stato, perché siamo tutti convinti che la terra dei fuochi sia un territorio compreso tra Napoli e Caserta.

Ferdinando Fontanella

Twitter: @nandofnt

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