Cimitero, al via l’iter burocratico per bandire la nuova gara per l’affidamento dei servizi cimiteriali.
Il Comune di Castellammare dopo una lunga battaglia legale arrivata sino al Consiglio di Stato, con il coinvolgimento del ministero dell’Interno, si appresta a pubblicare un bando di gara quinquennale e per un importo stimato di circa un milione di euro.
I servizi cimiteriali attualmente sono gestiti dalla Caronte sas di Casoria in regime di proroga da più di dieci anni, dal 2005. Da allora, quando i rapporti con l’Ente sono scaduti, ben due tentativi di gara sono stati bloccati dalla Stazione Unica Appaltante (Provveditorato alle opere pubbliche di Campania e Molise) perchè le offerte sono state ritenute sotto un “unico centro decisionale”.
Poi la vicenda si è arricchita di ulteriori colpi di scena.
Nel 2012 la ditta che attualmente gestisce i servizi al Cimitero è stata colpita da una interdittiva antimafia dalla Prefettura di Napoli e così l’ente di piazza Giovanni XXIII ad inizio 2013 ha fatto partire la declaratoria di decadenza del contratto.
Nel frattempo, però, la Caronte sas ha presentato ricorso al Tar della Campania contro i provvedimenti del Comune uscendo vittoriosa dalla contesa. Infatti i giudici del Tar hanno accolto la tesi della difesa dei legali della ditta di Casoria definendo il “rischio di inquinamento mafioso superato” perchè le parentele con la criminalità organizzata dei titolari della Caronte s.a.s risalgono agli anni ’70 e ’80 ed infine perchè l’assetto societario è cambiato.
A quel punto nel 2014 il Tar ha presentato ricorso contro questa sentenza bacchettando anche il Comune per non aver proceduto a pubblicare una nuova gara dopo aver ricevuto le informative antimafia dalla prefettura napoletana.
Ed alla fine il Viminale ha avuto ragione in sede di Consiglio di Stato dove i giudici hanno ricostruito tutta la vicenda confermato la legittimità dell’informativa antimafia in quanto seppur la ditta Caronte ha cambiato assetto societario col passare degli anni ma gli intestatari hanno comunque vincoli di parentela riconducibili alla criminalità organizzata. Una querelle che va verso la fine con l’inizio dell’iter della pubblicazione del nuovo bando di gara.