Si svolgerà oggi a Napoli presso la sede del Circolo del Remo e della Vela Italia la cerimonia di premiazione della 62esima Regata dei Tre Golfi e sul podio dei vincitori, secondi classificati all’interno della categoria ORC 3, ci saranno anche i protagonisti del Progetto Jonathan – Vela, nato dalla collaborazione tra Whirlpool Corporation e l’Associazione Jonathan Onlus, con il patrocinio del Ministero della Giustizia – Centro per la Giustizia Minorile Napoli e la collaborazione del Circolo Canottieri Napoli. Alla prestigiosa e più antica regata di altura del Mediterraneo, che si è svolta dal 13 al 15 maggio, infatti hanno partecipato anche tre ragazzi dell’area penale delle comunità Jonathan e Oliver che insieme all’equipaggio ufficiale di Scugnizza, la barca già due volte campione del mondo di vela d’altura, hanno percorso un totale di 171 miglia seguendo la rotta Napoli-Ponza-Li Galli-Napoli.
“Whirlpool è da sempre impegnata nel promuovere un modello di impegno sociale e sviluppo sostenibile in tutti i territori in cui siamo presenti con iniziative e progetti in grado di andare al di là del solo impatto economico. Il Progetto Jonathan – Vela si inserisce a pieno titolo in questa nostra visione” – ha commentato Pierre Yves Ley, Responsabile delle Relazioni Pubbliche Whirlpool EMEA – “Il risultato ottenuto dai ragazzi è straordinario: lo sport inteso come forma di riscatto sociale rappresenta un vero percorso di rieducazione attraverso il quale riappropriarsi della propria dignità. È un esempio perfetto del cambiamento culturale.” Il Progetto Jonathan–Vela, nato nel 2009, è un ambizioso progetto educativo, con fini di prevenzione e di recupero, che attraverso lo sport offre ai ragazzi la possibilità di costruirsi un’identità adulta intorno a tre parole chiave: disciplina, rispetto delle regole e rispetto dell’altro. Protagonisti dell’iniziativa sono ragazzi minorenni sottoposti a misura cautelare con alle spalle storie di disagio, degrado, abbandono e violenza, sia subita che perpetrata. L’obiettivo del progetto è il reinserimento nella società attraverso la rieducazione. “Siamo profondamente orgogliosi del lavoro fatto dai nostri ragazzi che hanno partecipato a questo importante evento sportivo insieme a un team di professionisti e a bordo di una barca così prestigiosa – ha commentato Silvia Ricciardi, responsabile dell’Associazione Jonathan Onlus – Vogliamo ringraziare l’armatore Enzo De Blasio e Whirlpoool Corporation per aver creduto in noi e nel nostro progetto: senza il loro supporto non avremmo potuto realizzarlo.” A bordo di Scugnizza, imbarcazione dell’armatore Vincenzo de Blasio, insieme agli skipper Michele De Giovanni e Umberto Coppola, due volte campioni del mondo, e a Lars Borgostrome e Paolo Scutellaro, velisti di Scugnizza ed ex skipper della Coppa America, è salito quindi anche il team dell’Associazione Jonathan.
Un connubio tra mondi sconosciuti che si incontrano per il raggiungimento di un obiettivo comune. Un modello vincente sotto il profilo sia sportivo che dell’integrazione e inclusione sociale.
Il progetto Jonathan La partnership con l’Associazione Jonathan è iniziata nel 1998 al fine di reintegrare nella collettività ragazzi con problemi sociali e penali attraverso la ricerca di strumenti educativi e innovativi e di sensibilizzarli sull’importanza del rispetto delle regole prendendo spunto dalle norme comportamentali sul lavoro. Il progetto, realizzato con il patrocinio del Ministero della Giustizia, nel 2008 ha ricevuto l’apprezzamento dalla Presidenza della Repubblica con una targa di riconoscimento e ha consentito nel corso degli anni a circa 100 ragazzi un pieno reintegro nella collettività e il recupero di un’identità e di un ruolo sociale basato su valori condivisi.
L’Associazione Jonathan Onlus è nata a Napoli all’inizio degli anni ’90 per iniziativa di un gruppo di operatori sociali provenienti da diverse esperienze e di diverso orientamento disciplinare. L’Associazione Jonathan svolge attività a favore dei minori a rischio, minori dell’area penale e di tutti coloro che, più in generale, appartengono alle fasce deboli e meno abbienti della popolazione. Tale attività si sviluppa concretamente attraverso: progettazione e gestione di comunità alloggio per minori dell’area penale e civile; ricerca e sperimentazione di modelli e di interventi da inserire nei programmi di prevenzione e recupero a favore di minori a rischio o già in condizione di devianza sociale; inserimento socio-lavorativo dei minori attraverso la formazione e i progetti realizzati dall’Associazione.