Scavi di Pompei, giù i cipressi: schiaffo a Maiuri

Cipresso tagliato - Scavi di PompeiIl Grande Progetto Pompei e i suoi 105 milioni di opere realizzate, in itinere e da realizzare continua sempre più ad ampliare l’offerta per i tantissimi visitatori, nel 2015 oltre 3 milioni, che ogni anno accalcano le strade della città sospesa nel tempo più famosa del mondo.
Nuove domus e locali mai aperti prima sono tornati al loro antico splendore con accurati lavori di restauro andando ad arricchire il parco archeologico di Pompei con nuovi interessanti percorsi tematici che fanno sì che il visitatore si trovi a compiere un viaggio nel tempo indietro di quasi 2mila anni.

Tantissime anche le mostre che caratterizzano la già corposa offerta culturale del sito, come ad esempio “Mito e Natura” ed i suoi affreschi e reperti archeobotanici che mostrano ai turisti nuove sfaccettature della vita nell’antica Pompei; ma anche l’aggiunta delle opere a tema mitologico dello scultore Igor Mitoraj che donano all’area archeologica una nuova magica atmosfera; e l’unicità del percorso “Egitto Pompei” con un’esposizione di oggetti e reperti in prestito dal Museo Egizio di Torino. Proprio “Egitto Pompei”, inaugurata lo scorso 19 aprile e presente fino al prossimo 2 novembre, ha visto alcuni degli edifici e delle zone dell’area archeologica acquisire nuovi elementi per l’occasione.

Cipresso tagliato - Scavi di PompeiE’ questo il caso del Tempio di Iside, una delle antiche strutture più famose e meglio conservate dell’antica Pompei, dedicata al culto della dea egizia, a cui sono stati aggiunti nuovi particolari decorativi come riproduzioni di oggetti d’arredo, statue ed affreschi ed inoltre, sul retro, un’ampia sala multimediale con dei filmati che mostrano ricostruzioni legate al tema.

Tornando al tempio è però evidente che qualcosa è fortemente cambiato infatti, se non ci si sofferma sui particolari, osservandolo per intero, qualcosa lo rende diverso da come eravamo abituati a vederlo: a cambiare è il suo sfondo che, fino a qualche mese fa era caratterizzato dal verde brillante dei due immensi cipressi che stagliandosi maestosi verso il cielo dominavano sul lato posteriore dell’antico luogo di culto, ora sembra togliere al tempio molto del suo fascino rendendolo decisamente più “deserto”.

A sinistra come appariva il tempio di Iside fino a prima di "Egitto Pompei", a destra come appare oggi
A sinistra come appariva il tempio di Iside fino a prima di “Egitto Pompei”, a destra come appare oggi

I due alberi non erano sempre stati parte del sito archeologico ma probabilmente appartenevano ai lavori di restyling portati avanti dal celebre archeologo Amedeo Maiuri che, durante i suoi anni alla direzione degli scavi di Pompei, non solo ha contribuito al lavoro di scavo e ricostruzione, ma si è dedicato anche a curare l’estetica dell’antica città facendo piantare piante ed alberi tra domus ed edifici.

Negli anni ’50 viene pubblicato uno dei suoi libri più famosi “Pompei e Ercolano fra case e abitanti” dove lo Maiuri stesso spiega il suo intento nell’arricchire la zona archeologica con delle aree verdi confessando di aver emulato il lavoro del direttore degli scavi del Foro Romano, Giacomo Boni, che aveva ricreato nell’area archeologica della capitale il culto della flora classica; successivamente, riferendosi alla sua opera di rivalutazione del verde e della flora classiche scrive: “Confido che qualcuno assolva anche me per aver osato mettere cipressi, lauri e oleandri tra le case più deserte e spoglie di Pompei, per aver ammantato di ginestre i terrapieni e gli spalti delle mura e per aver dato la caccia alle piante infeste”.

Il nuovo padiglione multimediale "Egitto Pompei" istallato alle spalle del tempio, vicino a dove sorgevano i due arbusti tagliati
Il nuovo padiglione multimediale “Egitto Pompei” istallato alle spalle del tempio, vicino a dove sorgevano i due arbusti tagliati

La sentenza è arrivata ad aprile 2016 e un piccola parte dell’opera di Maiuri ha ricevuto la pena di morte probabilmente con una giustificazione che può riguardare la sicurezza del sito o qualche presunta malattia dei due enormi fusti verde brillante.
Il Grande Progetto Pompei e il padiglione multimediale “Egitto Pompei” istallato alle spalle del tempio hanno portato ad abbattere i due maestosi cipressi che troneggiavano da decenni alle spalle del Tempio di Iside, regalando alla struttura un’atmosfera unica che ormai è stata spezzata… proprio come i due alberi di Maiuri.

 

Raffaele Cirillo
foto: Alex Accardi

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