Un decreto di perquisizione è stato eseguito dai carabinieri, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Napoli. L’ipotesi di reato è corruzione elettorale: risulterebbero coinvolti una candidata al Consiglio comunale e una candidata in una delle municipalità cittadine.
Al centro della bufera giudiziaria il Pd napoletano con le due candidate Anna Ulleto e Rosaria Giugliano che avrebbero acquisito voti in cambio di promesse di inserimento Garanzia Giovani, finanziato dalla Regione. Entrambe sono indagate con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Alfonso D’Avino, della sezione reati contro la Pubblica amministrazione, e condotta dal pm Francesco Raffaele.
Le perquisizioni sono avvenute nelle case e nelle sedi dei comitati elettorali dei due candidati.
Debora Serracchiani, vice segretario del Pd, commentando le perquisizioni a Napoli, si è così espressa: «Se saranno riscontrati i fatti su Napoli riportati dalle agenzie di stampa, il Pd sarebbe parte lesa rispetto a certi comportamenti. Auspico che la magistratura faccia il più presto possibile chiarezza su una vicenda che, se provata, va condannata e punita senza se e senza ma».
Quasi certamente eletta, Anna Ulleto ha intercettato 2.263 preferenze. Alle scorse regionali, sempre sotto le insegne del Partito Democratico, ottenne 7.714 preferenze che però non le aprirono le porte del Consiglio regionale.
Alle ultime amministrative Ulleto e l’altra indagata, Giugliano, avevano corso in tandem cosa che ha sicuramente determinato i 297 voti ottenuti nella seconda municipalità da Rosaria Giugliano
Non trova riscontro invece la notizia diffusasi in un primo momento, poi smentita, che la perquisizione avesse toccato anche la sede del Pd napoletano. Il segretario provinciale, Venanzio Carpentieri ha comunque confermato la piena collaborazione per fare chiarezza su quanto contestato alle candidate.