Rapine e violenza a piazza Garibaldi, Comune di Napoli da citare in giudizio

napoli piazza garibaldiUn tunisino di 33 anni ha trascinato a terra una turista spagnola incinta per scipparle la borsa: il vergognoso episodio si è verificato ieri in prossimità della stazione centrale di piazza Garibaldi a Napoli sollevando l’ira dei residenti esasperati da un andazzo ormai insostenibile.

“Da noi interpellato ufficialmente – ha precisato l’avvocato Riccardo Vizzino, promotore di manifestazioni contro l’abbandono di piazza Garibaldi – il Comune ha risposto di non avere alcuna responsabilità circa la sicurezza e che questo tema è ad esclusivo appannaggio della prefettura. Parzialmente veritiera appare tale affermazione: se è vero che il Comune di Napoli non ha responsabilità sulla polizia e sui carabinieri è altresì vero che rendere le strade vivibili e a misura di cittadino (e turista) è compito del governo locale. Gli immobili e le attività commerciali della zona hanno subito un drastico calo di valore a causa degli innumerevoli disservizi e dell’emergenza sul fronte sicurezza. Stiamo vagliando la possibilità di citare in giudizio il Comune di Napoli in merito al danno che quotidianamente subiscono i commercianti e i residenti di piazza Garibaldi”.

Una vergogna senza fine: sono anni che ci occupiamo della miserabile condizione di Piazza Garibaldi evidenziando come l’intera area in oggetto sia stata trasformata in orinatoio a cielo aperto, con extra comunitari irregolari ubriachi a pascolare nelle traverse laterali del sito e con un esercito di truffatori e rapinatori onnipresente (sotto gli occhi delle unità ornamentali dell’esercito). Si muova il rieletto sindaco di Napoli Luigi de Magistris in nome delle promesse tanto sbandierate in periodo elettorale soprattutto in merito alla sicurezza in città. Ostaggio della criminalità da decenni e dell’inciviltà che sovrana regna in certe zone il napoletano onesto attende non si sa bene quale miracoloso intervento risolutore dall’alto.

I potenti, lo sottolineeremo sempre, se la ridono trincerati nelle proprie roccaforti inespugnabili, guardando alle ambasce della gente ordinaria come ad una fiction sullo stile Gomorra. Per chi preme i bottoni e comanda i maleodoranti vicoli e i quartieri ghetto solo sono colonie da gestire per il proprio meschino tornaconto, da usare nel momento opportuno e poi abbandonare a se stesse. Perifrasando una celebre melodia dell’artista Pino Daniele potremmo dire che Napoli è si di mille colori, ma non più azzurri e vivaci come una volta ma grigi e spenti come le speranze di di chi erediterà un giorno quella che sulla carta dovrebbe essere capitale del mediterraneo.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.