Napoli, se il boss Mariano collabora con la giustizia

marco-marianoClamoroso colpo di scena negli ambienti camorristici partenopei: sarebbe passato tra le fila dei collaboratori di giustizia il boss dei quartieri Marco Mariano (alias Marcuccio ‘o picuozzo). La notizia potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto negli ambienti di mala: il filo diretto iniziato da Mariano con la DDA (direzione distrettuale antimafia) potrebbe far luce su eccellenti delitti di camorra ad oggi irrisolti e portare all’arresto di insospettabili fiancheggiatori della mala, di quei colletti bianchi troppe volte sfuggiti alle maglie della giustizia.

 

Radio mala parlerebbe di familiari di Mariano già condotti in località segreta ben lontana da Napoli. Tutti tasselli che se messi insieme darebbero corpo alla credibilità di un pentimento che segnerebbe la fine di uno dei clan storici più temuti di Napoli. Spaccio di stupefacenti, racket, contrabbando, gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione: questi le attività principali di un sodalizio criminale che per anni ha tenuto testa ai clan della nuova famiglia monopolizzando il controllo degli affari illeciti nel cuore di Napoli. Una notizia positiva a cui fa eco il sequestro nel Rione Traiano da parte della polizia della Santa Barbara del clan Sorianiello: abilmente occultati nelle nicchie che ospitano i contatori dell’acqua pistole semi automatiche e kalashnikov perfettamente funzionanti con relativo munizionamento. La quantità e la qualità di armi ritrovate conferma, secondo gli investigatori, la guerra in atto a livello camorristico tra i clan della zona. Un fiume di denaro sporco che ras emergenti contenderebbero alle vecchie famiglie a suon di stese e agguati mortali.

 

I cittadini restano molto scettici in relazione alla risposta dello Stato all’offensiva del crimine organizzato: “Senza occupazione e scolarizzazione la guerra con la camorra è persa in partenza – avevano dichiarato commercianti della zona da noi intervistati –  siamo stanchi di discorsi inutili e promesse da marinaio da parte dei politici. Qui è l’inferno: si spara a qualsiasi ora del giorno correndo il rischio, da persone oneste, di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ai nostri figli diciamo andate via da questi luoghi di sangue e miseria”.

Parole forti che dovrebbero (ma purtroppo così non è) scuotere le coscienze di chi governa la città a livello locale e centrale. Il rieletto sindaco di Napoli Luigi De Magistris sembra più preoccupato di aggiudicarsi primati per la quantità di Ztl e piste ciclabili (qui ci sarebbe poi da scrivere un romanzo) presenti sul territorio che di affrontare in sinergia con le istituzioni tutte emergenze endemiche che minano seriamente la qualità d’esistenza degli onesti napoletani.

“Si salvi chi può”: questa l’amara filosofia alla base dell’implosione miserabile di una perla del mediterraneo dai natali celeberrimi, dallo scrivente definita non a caso “figlia prosperosa di madre sciagurata”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.