Duplice omicidio a Miano: possibile avvertimento per il boss pentito Carlo Lo Russo?

Game over per il clan Lo Russo di Miano: ormai gli 007 della polizia di stato non avrebbero più dubbi. Dopo il duplice omicidio di ieri a Miano dei pregiudicati Domenico Sabatino e Salvatore Corrado (due killer hanno esploso contro le vittime che si trovavano a bordo di uno scooter ieri alle 16 in vico Cotugno a Miano almeno 8 colpi d’arma da fuoco sparati, secondo la scientifica, da due pistole diverse) gli inquirenti confermerebbero l’ipotesi di una strategia del terrore in atto contro i Lo Russo da parte di clan rivali per intimorire il boss pentito Carlo Lo Russo.

omicidio-mianoI camorristi sperano con questo stratagemma di fermare la gola profonda del sistema che invece starebbe parlando con i giudici come un fiume in piena. Irremovibile nella decisione di cambiare vita l’ex ras Carlo Lo Russo che, secondo alcune indiscrezioni, starebbe fornendo ai magistrati nomi di insospettabili professionisti della Napoli bene veri burattinai del sistema.

E ci sarebbe di più: pare infatti che Lo Russo stia anche chiarendo il ruolo e lo spessore di ex super boss della Nuova Famiglia, oggi collaboratori di giustizia e depositari di informazioni talmente rilevanti da fare tremare il mondo della politica che conta e le istituzioni ai massimi livelli. Una vera e propria bomba ad orologeria che potrebbe esplodere da un momento all’altro colpendo inesorabilmente personaggi altisonanti dell’Italia che “preme i bottoni”.

Intano a Miano si vive in un’atmosfera da coprifuoco con i cittadini terrorizzati dall’idea di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ora la parola deve passare allo Stato: interventi preventivi concreti e duraturi da affiancare ad un’azione repressiva ben articolata sul campo per arginare lo strapotere della camorra a Napoli e in provincia. Ormai il sistema ha piazzato suoi uomini in ogni strato della comunità: la camorra è ovunque, parla lingue diverse e sa uccidere anche presentandosi in giacca e cravatta.

Le baby gang esultano sulle disgrazie delle vecchie famiglie di camorra: i giovanissimi boss sognano carriere criminali lampo sullo stile delle fiction come Gomorra travisando completamente il messaggio sociale che le stesse vorrebbero lanciare. Paura scambiata per rispetto, vergogna per onore, morte per vita agiata: in questi drammatici equivoci si spengono poco più che adolescenti in una pozza di sangue sull’asfalto le speranze di giovanissimi napoletani per cui, forse, la cosiddetta società civile ha fatto veramente poco.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.