Castellammare di Stabia, Vozza: “Non voterò per la Città Metropolitana”

vozza castellammareDomenica 9 ottobre si voterà per il rinnovo dl consiglio della città metropolitana di Napoli, le operazioni di voto avranno luogo dalle ore 8.00 alle ore 20.00 presso l’ufficio elettorale costituito nella sede della Città Metropolitana di Napoli.

Sono eleggibili alla carica di consigliere metropolitano, i sindaci e i consiglieri dei Comuni compresi nel territorio della Città Metropolitana in carica alla data corrispondente al termine finale fissato per la presentazione delle liste.
L’ex sindaco e attuale consigliere comunale di Castellammare di Stabia, del gruppo consiliare “Per Castellammare”, Salvatore Vozza ha fatto sapere tramite una nota che non andrà a votare per l’elezione del Consiglio della Città metropolitana.

“È la prima volta che esprimo il mio dissenso, verso le opzioni in campo, con il non voto ed è una decisione che non ho preso con leggerezza”.Le ragione sono molteplici, l’ex sindaco ritiene inaccettabile il sistema di elezione previsto dalla legge 7 aprile 2014, n. 56, in attesa dell’elezione diretta del sindaco e del consiglio della Città metropolitana, si è aggiunto il metodo usato per compilare le liste. È accaduto di tutto: qualcuno afferma di essere stato inserito nella lista senza saperlo, altri di ritrovarsi tra i sostenitori di qualcuna delle liste senza aver mai apposto la propria firma e così destra, sinistra, centro si ritrovano mischiati nelle diverse liste.
Ma non basta !

Pensi che almeno il programma possa farti da bussola per far emergere le differenza tra le diverse liste e aiutarti a scegliere chi votare, sei costretto a prendere atto che non è così: perché il programma è il grande assente”.

Ma allora su quali opzioni, affinità o anche convenienze, si sono costruite le liste? Perché chi era collocato a destra, al centro, con De Luca o contro de Magistris, oggi si ritrova a sostenere una determinata lista?

“Ovviamente non si può non immaginare cosa accadrà quando un meccanismo elettorale simile, previsto per la riforma Costituzionale oggetto del prossimo referendum,verrà usato per eleggere il Senato della Repubblica.
La Città metropolitana di Napoli è la terza per dimensione, sicuramente la più complessa e unica in Italia per la presenza del sistema delle città medie, per i problemi connessi alla disoccupazione, in particolare di quella giovanile, per il disagio sociale; per gli aspetti di enorme portata legati alla crisi industriale, all’ambiente, all’abusivismo, al rischio Vesuvio; per le possibilità di espansione che possono derivare da settori come l’agricoltura, il turismo, o dallo straordinario patrimonio culturale, archeologico, dalla presenza e dal valore delle istituzioni culturali e della ricerca.

Conosciamo bene la realtà della nostra area metropolitana: un groviglio di potenzialità, di aspetti negativi, di economia illegale ,di presenza della criminalità, insieme a settori avanzati e all’avanguardia.

Una grande sfida quella della costruzione della Città Metropolitana che dovrebbe basarsi sull’ambizione di dimostrare al Paese, all’Europa e al Mondo che siamo in grado di riorganizzare le funzioni di un sistema cosi complesso e “aggrovigliato”.

Invece tutto sta scivolando su un piano sbagliato, fatto di alchimie strane che ancora una volta allontaneranno i cittadini dalla voglia di vivere la sfida positiva della costruzione di una dimensione più ampia per utilizzare i fondi europei, per organizzare servizi moderni (dai trasporti, alla gestione pubblica dell’acqua), condizioni di vita più accettabili, quartieri e periferie meno degradate.
Il Sindaco Metropolitano – della terza città Metropolitana del Paese, non dimentichiamolo – entrante e uscente, ha un peso enorme da reggere per vincere questa sfida, ma anche la responsabilità per lo stato increscioso che si è venuto a creare.

Responsabilità che investono direttamente la stessa sinistra e le forze e i movimenti più avveduti e progressisti.
Spettava, in primo luogo, al Sindaco rompere l’andazzo che si sta mettendo in evidenza, non consentire che si radicasse la convinzione che “l’ex area della Provincia” e il suo governo servissero per dare risposte a quanti non trovano posto nella giunta di Napoli; che questa dimensione di area vasta non può essere affrontata senza ridiscutere il modo stesso in cui è organizzata la città di Napoli, senza una strategia che esalti i territori, le loro peculiarità.

Oggi la città metropolitana di Napoli, solo per indicare alcuni aspetti, appare inerte rispetto ai compiti di pianificazione che le assegna la legge Delrio. Ha ereditato una procedura di redazione del Ptcp (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che ha adottato; ma fatto questo passo, e in assenza di una chiara direzione politica, il procedimento si è arenato per i dubbi e le alterne interpretazioni sulla legittimità della scelta compiuta. Per i Comuni è indispensabile che si superi questo stallo, che si sciolgano nodi che generano conflitti e complicano la redazione dei Puc.

Tuttavia la città metropolitana dovrebbe spingersi oltre, superare la pianificazione di coordinamento della provincia e affrontare o perlomeno avviare quella sua,come varie Città metropolitane in Italia stanno facendo.E non può essere una scusante, l’assenza della legge regionale, perché lo Statuto, perlomeno nella fase d’avvio del processo, è già una guida ben chiara e rivendica la potenzialità di concepire un assetto futuro secondo una visione strategica e un disegno territoriale basato sulle reti di connessione materiali e immateriali e sui grandi servizi metropolitani, con il piano strategico e con il piano generale territoriale.
Lo Statuto chiede anche che questa pianificazione sia elaborata con cittadini e le loro associazioni economiche, sociali e culturali attraverso l’istituzione del forum, organo che si sarebbe dovuto istituire entro sei mesi dalla sua approvazione.

Lo Statuto approvato, rappresenta, quindi, uno strumento importante perché individua la sfida e il percorso da compiere, i modi per favorire la partecipazione.
E sono proprio i contenuti dello Statuto che avrebbero dovuto evitare che si pensasse a questa scadenza come ad un mero adempimento burocratico. E avrebbe richiesto la presentazione di un bilancio delle cose fatte in quest’anno e più di vita della Città Metropolitana, gli obiettivi da perseguire nella prossima consiliatura: in definitiva, il programma!

Non so prevedere quale lista prevarrà il 9 ottobre, auspico però che i Sindaci che sono in prima linea, i consiglieri comunali, davvero insieme, lavorino per evitare che una riforma già abbastanza pasticciata si trasformi in una beffa.
Con il mio non voto, in modo cauto e rispettoso delle scelte di tutti, sto provando a segnalare l’urgenza che nel governo dell’area metropolitana si segni un salto di qualità”.

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