Sequestrati beni per un valore di 3 milioni di euro al boss Zazo

polizia1Ancora una volta avevamo visto giusto: a 24 ore dalla pubblicazione di un nostro articolo sulla presunta strategia adottata dalla Procura per contrastare efficacemente la camorra (attualmente in guerra nella zona compresa tra Fuorigrotta, Bagnoli e Cavalleggeri) consistente nel sequestro di beni mobili e immobili dei clan, nel tardo pomeriggio di ieri la Divisione Anticrimine della Questura di Napoli ha dato esecuzione al decreto di sequestro di beni nei confronti del boss di Fuorigrotta, Salvatore Zazo (arrestato a Barcellona nel 2009 e attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano).

 

Nello specifico posti i sigilli a 5 magazzini e un appartamento situati a Fuorigrotta, quote societarie di due società, un’auto, una moto e 15 rapporti finanziari intrattenuti presso vari istituti bancari per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Un’operazione scaturita da un lungo e certosino lavoro d’intelligence condotto dagli 007 della Questura di Napoli:  un brutto colpo per il ras Salvatore Zazo, capo dell’omonimo clan e anello di congiunzione tra la mala di Fuorigrotta e il potente sodalizio criminale dei Mazzarella di San Giovanni a Teduccio.

 

Proprio l’alleanza eccellente con i Mazzarella avrebbe consentito a Zazo di operare indisturbato sul territorio forte di un esercito di affiliati e prestanome. Grazie alla disponibilità economica, Zazo si sarebbe nel tempo circondato di professionisti insospettabili della Napoli bene, si parlerebbe di noti commercialisti partenopei, che avrebbero seguito negli affari il boss monitorando complesse operazioni finanziarie estero su estero. Pare infatti che il patrimonio di 3 milioni di euro sequestrato a Zazo sia solo una parte del reale tesoretto del capo clan di Fuorigrotta.

 

In queste ore gli inquirenti stanno attentamente analizzando i conti correnti sequestrati per risalire ad eventuali filoni esteri e mettere così  le mani sul vero patrimonio della camorra. Di questi tempi infatti anche i più affermati professionisti  faticano a giustificare l’altissimo tenore di vita mantenuto: famiglie della Napoli “in” che viaggiano a migliaia di euro al giorno, tra auto e moto di lusso, case faraoniche e vacanze da sogno. Troppo, veramente troppo, per chi, sebbene al top della propria categoria professionale, vive onestamente dei propri onorari.

 

Secondo alcune indiscrezioni la procura punterebbe sulle rivelazioni di alcuni pentiti eccellenti di camorra (tra cui Carlo Lo Russo) per risalire all’identità dei colletti bianchi del sistema, ovvero dei burattinai del crimine organizzato ad oggi anonimi e impuniti.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.