Terremoto nel centro Italia: rischi e paure per chi vive all’ombra del vulcano più famoso d’Europa. In questi giorni si sono riaccese le polemiche relative ai piani di evacuazione non aggiornati, quando addirittura inesistenti, relativi allo spopolamento programmato delle zone cosiddette a rischio vulcanico.
In tale senso alcuni sindaci si sono mossi in modo professionale e rapido nei confronti della popolazione. E’ questo il caso del primo cittadino di Pozzuoli Vincenzo Figliolia che ha inviato ai residenti un opuscoletto informativo sulla natura del territorio, sui rischi geologici legati ad esso e sulle modalità di evacuazione in caso di calamità naturale.
“L’opuscolo – ha precisato Figliolia – informa il cittadino sui rischi presenti sul territorio, su come comportarsi in caso di emergenza e come gestire al meglio il momento di crisi immediatamente successivo ad un evento sismico. Chi vive o si trova in una zona vulcanica è tenuto ad informarsi sul paino d’emergenza del proprio comune per poter adattare, in caso di eruzione, i comportamenti indicati dalle autorità di protezione civile e attuare correttamente le operazioni di evacuazione, se previste. Il piano per il rischio vulcanico nell’area flegrea è talmente vasto che per forza di cose deve essere coordinato dal un Ente sovraordinato ai comuni, in questo caso la Regione Campania insieme al Dipartimento di Protezione Civile.
Nell’opuscolo sono inoltre citati i casi in cui si debba intervenire in favore di diversamente abili in modo da tutelare al massimo l’incolumità dell’assistito e del soccorritore. Faccio appello al senso civico dei puteolani perché questa iniziativa ottenga la massima eco favorendo il programma di sensibilizzazione sul delicato tema che il Comune porrà in essere nell’immediato futuro”.
Oltre alla zona flegrea pensiamo ai comuni della cosiddetta Zona Rossa (1/2): La zona rossa 1 delimitata dalla linea nera Gurioli è quella definita ad alta pericolosità perché oltre ad altre fenomenologie (lava, lahar, ecc.), può essere invasa dai micidiali flussi piroclastici.
La zona rossa 2, invece, è definita pericolosa perché statisticamente è quella su cui potrebbe abbattersi una pericolosa e consistente pioggia di cenere e lapilli. I pericoli maggiori li correrebbero i territori posti sottovento rispetto al Vesuvio, e ubicati lungo la linea dei venti dominanti in quel momento.
Parliamo, comunque, di Comuni densamente popolati e in molti casi con rilevanti problematiche relative all’ordine pubblico. Il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone si è più volte pubblicamente espressa sull’importanza da parte dei cittadini di osservare le disposizioni degli organi competenti in caso di calamità, con particolare riferimento al comportamento civile da adottare e al rispetto delle regole. Immaginiamo infatti l’effetto letale di orde di scalmanati, in molti casi orbitanti in ambienti camorristici, in caso di emergenza e in assenza di adeguati controlli: armati di tutto punto si farebbero strada tra la gente seminando ulteriore caos e terrore. Un dato da non sottovalutare, affrontato spesso a livello nazionale dai sociologi che hanno sempre raccomandato di tener ben presente tale triste realtà.
In tal senso la Scuola, le associazioni e le parrocchie possono svolgere un ruolo determinante nelle campagne di prevenzione e informazione che devono preparare i cittadini all’eventuale calamità sismicadi origine vulcanica. Come non pensare poi all’incoscienza di politici e amministratori corrotti, collusi con la peggior risma di camorristi che in passato hanno consentito la costruzione di ville faraoniche e parchi praticamente a poche centinaia di metri dalla bocca del Vesuvio. Geologi nipponici recentemente in visita a Napoli sono rimasti sbigottiti dinanzi al mare di cemento che incoscientemente ha coperto le pendici del Vesuvio. Una bomba a orologeria: così definito il vulcano tanto caro ai napoletani dagli addetti ai lavori che hanno più volte paventato ipotesi catastrofiche in relazione ad un ‘improvvisa eruzione esplosiva.
Migliaia e migliaia di persone affidano giorno per giorno la propria sicurezza e quella dei propri cari alla professionalità e allo zelo dei geologi dell’Osservatorio Vesuviano, alla fine gli unici veri “guardiani” dello stato di salute dei crateri presenti nell’area flegrea e nel vesuviano. Quello che sconcerta di più è che per tornare a parlare di una questione di vitale importanza per un così cospicuo numero di persone ci sia voluto il catastrofico sisma che ha flagellato in questi giorni in centro Italia. Ci si augura, ma sul serio, che le istituzioni non lascino nulla al caso ma preparino in sinergia con le forze in campo tutte strategie precise di intervento per limitare al massimo i danni di eventi naturali capaci in pochi secondi di ricordare all’uomo l’incommensurabile potere distruttivo di una natura spesso incoscientemente o malignamente violata.
Alfonso Maria Liguori