Nuova “stesa” in via Toledo: i nuovi messaggi dei clan

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Via Toledo, in Napoli

Ancora un “stesa” nella centralissima vai Toledo di Napoli: poco dopo al mezzanotte di ieri, da una moto in transito sul posto, sono stati esplosi numerosi colpi di pistola calibro 9. Terrorizzati, i residenti hanno allertato la polizia che si è immediatamente recata sul posto per effettuare i sopralluoghi e le indagini di rito.

Solo poche ore fa, i carabinieri hanno risolto la “stesa”, sempre in via Toledo, avvenuta il 7 settembre. Grazie ad un video sono riusciti a risalire agli autori del fatto, in più hanno carpito che questi avevano annunciato agli amici cosa sarebbe successo nella zona storica di Napoli. Infatti, dalle immagini si notano ragazzi intenti a riprendere con smartphone la sfilata di spari.

In queste ore gli investigatori starebbero visionando i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona per risalire all’identità dei centauri responsabili dell’atto intimidatorio. Due le ipotesi al vaglio degli inquirenti: la prima porterebbe ad una demarcazione del territorio da parte di qualche gruppo emergente del sistema, una sorta di messaggio per i clan operanti nella zona; la seconda, invece, riguarderebbe un’intimidazione ai danni di qualche parente di pezzi da novanta della camorra residente proprio in via Toledo. Un dato è certo: nel centro storico di Napoli e in periferia sono saltati tutti gli equilibri malavitosi.

Senza regole si spara ovunque e contro chiunque, senza badare all’età o allo stato di salute di chi si ha dinanzi al grilletto. Tanti, troppi cani sciolti ad inseguire il potere dei Misso della Sanità, dei Giuliano di Forcella, ovvero dei clan che anni addietro rappresentavano il gotha della malavita partenopea e il cuore della cosiddetta Nuova Famiglia (vincente contro la NCO di Raffaele Cutolo). I cittadini hanno paura per l’evidente incoscienza mostrata dai baby ras spesso sotto l’effetto di stupefacenti: radio mala racconterebbe che, poche ore dopo aver commesso efferati delitti, i nuovi killer della camorra non ricordassero nemmeno di essere stati nei luoghi teatro dei raid. Gli 007 della polizia e dei carabinieri lavorano ininterrottamente per prevenire omicidi e atti intimidatori che ormai si susseguono a ritmo impressionante in città.

Purtroppo, a complicare enormemente il lavoro degli investigatori vige quel muro di omertà che ancora protegge boss e affiliati di un sistema che disonora Napoli da troppo tempo. Ad oggi, sul fronte prevenzione, le istituzioni hanno prodotto veramente poco per la causa: troppo poco per una comunità dove ormai si spara in strada ogni giorno mettendo a repentaglio la vita di onesti contribuenti rei solo di voler vivere liberamente la propria città.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.