Di sicuro non sono opere artistiche i graffiti frutto del raid della scorsa notte a Striano. Le facciate del centro storico, alcune delle quali recentemente restaurate, sono state imbrattate da scritte e disegni osceni realizzati con vernice nera tra l’11 e il 12 dicembre 2016. Lungo via Nazario Sauro, nei pressi della congrega del Santissimo Crocifisso, lungo piazza Marconi e via Garibaldi, nei pressi della porta civica di San Nicola, è passata la banda di codardi che, agendo nel buio della notte, ha lasciato i suoi segni.
Sconosciuto il significato allegorico di tali graffiti. A chi potranno mai riferirsi? Di sicuro non fanno riferimento a situazioni politiche ed economiche della cittadina. L’ipotesi più attendibile è che si tratti di una bravata compiuta da qualche giovane in preda alla semplicissima e purissima delinquenza. Sfregiare i muri privati, gli edifici pubblici e i beni comunitari è un crimine e questo non può essere negato. Il caso è frutto di una degenerazione della società che non conosce più i limiti, che ha lasciato alle spalle la civiltà, il rispetto e il decoro per se stessi, per gli altri e per le cose che ci circondano. Chi compie tali gesti va punito severamente.
A tal proposito, ad indagare sul caso sono intervenuti i militari della caserma dei carabinieri strianese agli ordini del comandante Antonio Botta. I carabinieri sono al lavoro per cercare l’autore di queste “opere d’arte”.
Le istituzioni civili, scolastiche, militari ed ecclesiastiche hanno l’obbligo di condannare tali “bravate” e hanno anche il dovere di interrogarsi sulla vicenda perché, per definizione, la microcriminalità deriva della emarginazione sociale ed è compito delle istituzioni combatterla per evitare che questa sfoci in crimini ben più gravi e dannosi per l’intera comunità.
Raffaele Massa