Omicidio a Scampia, è la fine della camorra della “Vanella Grassi”?

scampia_polizia 1Avevamo più volte fatto riferimento dalle pagine del giornale ad un’implosione del clan di camorra cosiddetto della “Vanella Grassi” a “Secondigliano” di Napoli dopo il pentimento del boss Antonio Accurso e l’arresto del fratello, considerato reggente della cosca, Umberto.

Oggi i fatti sembrano darci drammaticamente ragione: l’omicidio di ieri del 30enne Francesco Angrisani, pezzo da novanta della Vanella, avvenuto a Scampia in via Labriola nel tardo pomeriggio rappresenta un segnale chiaro di guerra contro un gruppo criminale che orfano dei leader carismatici sarebbe ormai allo sbando. Diverse le ipotesi avanzate dagli inquirenti: su tutte riteniamo valida, anche perché avallata da “radio mala”, quella che vorrebbe gli scissionisti Amato-Pagano scatenati nella corsa al controllo assoluto delle attività illecite nella zona, con particolare riferimento alle piazze di spaccio.

Un messaggio lanciato dagli Scissionisti a chi erroneamente credeva di vedere il gruppo in ginocchio dopo le rivelazioni del pentito Carlo Lo Russo, capo indiscusso dei capitoni di Miano: decenni di rapporti con la potente cupola di Secondigliano e in particolare con gli scissionisti nelle dichiarazioni di Lo Russo che hanno già portato a ingenti sequestri di beni immobili e mobili riconducibili agli Amato-Pagano. La Vanella Grassi era in pole position nella scalata al potere in un’area di Napoli dove la camorra regna sovrana da sempre: la particolare ferocia di Antonio Accurso e la mentalità manageriale del fratello Umberto (capace di truccare persino partite di calcio di serie B) avevano in breve tempo reso la Vanella temibile e molto rispettata tra i giovani di Secondigliano.

In realtà gli Amato-Pagano starebbero tentando di estendere il proprio dominio anche a Napoli centro attraverso accordi sottobanco e alleanze eccellenti con gruppi criminali emergenti. Una sorta di nuovo sistema nato dalle ceneri di quella che una volta era definita Nuova Famiglia, potente e determinato ad annientare i rivali a suon di morti ammazzati per strada.

Un’atmosfera da fa west che cozza fortemente con le parole rincuoranti del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: il buon Luigi narra di località forse ben diversa da quella partenopea. Intanto i napoletani onesti vivono nel terrore di finire i propri giorni per mano di improvvisati killer, spesso cocainomani consumati, che ormai sparano ovunque e a qualsiasi ora del giorno. Della serie: a Napoli si continua a pregare di non trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Alfonso Maria Liguori

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