Il pizzo di Natale a Napoli e la bambina ferita: una sfida al “sistema”

bambina-ferita-napoliPizzo di Natale al mercatino della “Maddalena” a Napoli: a finire sotto i colpi di pistola degli estorsori ambulanti extracomunitari che si erano ribellati alla logica del pizzo osando sfidare apertamente il sistema in una delle zone più rischio della città. Per mesi dalle pagine del giornale avevamo evidenziato come la nuova malavita formata da giovani fanatici e violenti non esitasse a sparare anche tra innocenti passanti e i fatti ci danno drammaticamente ragione.

Nella sparatoria è rimasta infatti ferita una bambina di dieci anni che passeggiava nella zona con il papà per gli acquisti della Befana. Dopo un primo ricovero all’ospedale “Loreto Mare” la piccola è stata trasportata al “Santobono” dove le è stato estratto un proiettile che penetrando dalla caviglia destra si era conficcato nel piede sinistro. Fortunatamente il decorso post operatorio procederebbe regolarmente e la bambina sarebbe ormai fuori pericolo. Anche per gli extracomunitari feriti e ricoverati al Loreto Mare le condizioni non sarebbero gravi.

Cronaca di una tragedia (sfiorata) annunciata: dopo l’arresto del boss Vincenzo Mazzarella (alias “Harry Potter”) e la cattura del latitante Salvatore Barile, nipote di Vincenzo Mazzarella senior, alias “Vicienz ‘o pazz”) il clan Mazzarella starebbe vistosamente perdendo colpi orfano di riferimenti carismatici sul territorio. In altri tempi mai extracomunitari si sarebbero ribellati allo strapotere di uno dei gruppi criminali più temuti di Napoli: oggi complice la forte recessione economica e l’inserimento pieno dei commercianti ambulanti stranieri nella comunità partenopea qualcuno ha avuto il coraggio di opporsi fisicamente agli estorsori che secondo alcune testimonianze oculari avrebbero avuto la peggio se non avessero vigliaccamente estratto la pistola.

Uno smacco senza precedenti per i Mazzarella, un segnale positivo per i commercianti onesti di Napoli che a questo punto devono aprire un filo diretto con le istituzioni. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha condannato duramente un episodio dallo stesso definito inaccettabile chiedendo al governo maggiori risorse per la sicurezza. Anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca esprimendo piena solidarietà alle vittime ha evidenziato la necessità di potenziare il numero di telecamere presenti in città al fine di identificare rapidamente i responsabili di episodi criminali che non trovano alcuna attenuante.

Tutto giusto: per dovere di cronaca come nel nostro stile vorremmo però ricordare ai politici e alle istituzioni che la camorra non si combatte con la sola repressione ma innanzitutto con la prevenzione. Adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione o il match con il sistema è perso in partenza. Francamente chi vive a Napoli come lo scrivente di prevenzione ne vede ben poca (per essere ottimisti e non dire non ne vede affatto): forse sarebbe giunto veramente il momento di fare meno retorica politichese e più fatti per gli onesti napoletani perché bambini innocenti non debbano mai più pagare fisicamente le conseguenze del potere violento e inumano della moderna criminalità che fatichiamo persino a definire camorra.

Alfonso Maria Liguori

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