Napoli, sparatoria al mercato: una “lesa maestà” del clan di camorra dietro il raid

Proseguono le indagini per assicurare alla giustizia tutti i responsabili della sparatoria al mercato della “Maddalena” di Napoli che ha portato al ferimento di una bambina di dieci anni che si trovava sul posto per caso mentre faceva acquisti con il papà. All’indomani del blitz della polizia di stato e dell’Antimafia che ha portato all’arresto di quattro persone di cui due affiliati al clan di camorra dei “Mazzarella” non mancherebbero novità investigative: secondo alcune indiscrezioni sembra infatti che la zona del mercato fosse da tempo sotto il controllo malavitoso della cosiddetta “paranza dei bambini”, ovvero del sodalizio criminale formato dai “Sibillo”, dai nipoti dei Giuliano di “Forcella”, dagli Amirante e dai Brunetti.

Questo particolare significativo al fine della ricostruzione esatta della sparatoria avrebbe indotto qualche commerciante itinerante del posto a rispondere in malo modo agli esattori del clan “Mazzarella” che nel frattempo avrebbero tentato la conquista criminale del territorio. In pratica agli uomini dei Mazzarella sarebbe stato detto a muso duro: “Qua non contante niente, non comandate voi”.

Di qui la decisione di punire chiunque si fosse ribellato, extracomunitari compresi, da parte dello storico clan originario di San Giovanni a Teduccio. Una questione non legata quindi agli spiccioli dell’estorsione in questione (dato che francamente non ha mai convinto lo scrivente) ma alla lesa maestà dei Mazzarella.

Allora lo scenario cambia e profondamente. Secondo “radio mala” i Mazzarella, indeboliti dall’arresto di Vincenzo junior (alias “Harry Potter”) e del boss latitante Salvatore Barile (nipote del ras Vincenzo senior, alias “‘o pazz”) offesi nel prestigio dalla “paranza dei bambini” avrebbero voluto lanciare un segnale chiaro a chi li aveva derisi sul campo. Ecco spiegata la ferocia con la quale gli uomini del clan hanno aperto il fuoco tra la gente ferendo una bambina innocente.

Ora gli scenari che si prospetterebbero all’orizzonte per i Mazzarella sarebbero due: uno porterebbe lo storico clan a cercare un’intesa con i Sibillo, Giuliano, Amirante, Brunetti per il controllo del racket e delle piazze di spaccio nella zona, un altro potrebbe spingere qualche pezzo da novanta dei Mazzarella a pentirsi per “salvare la pelle” in una guerra di camorra che presto il clan potrebbe non essere più in grado di combattere sul campo.

Una situazione oltremodo caotica che rispecchia fedelmente lo scenario criminale del centro storico e di buona parte della periferia partenopea. Nuovi gruppi sarebbero subentrati alle vecchie famiglie del sistema: tra queste new entry però parenti stessi dei vertici apicali di quella che una volta era la Nuova Famiglia (vincente sulla Nco di Raffaele Cutolo).

Questo vuol dire tradimenti nei nuovi equilibri camorristici e tentativi di ritorno alle “origini” a suon di stese e agguati mortali. Della serie: tutti contro tutti, tra passato, presente e futuro malavitoso alla conquista della leadership criminale in città.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.