Napoli, armi nascoste a “Bagnoli” e camorra: sale la tensione nelle strade

Napoli: sale la tensione a “Bagnoli” dopo il ritrovamento di una pistola semiautomatica con relativo munizionamento nascosta dietro una statuetta votiva sita in via De Niso. Nello specifico si trattava di una “Sigsauer” calibro 9×21 con matricola abrasa e caricatore potenziato per contenere venti proiettili.

Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi della polizia nella zona si temerebbero attacchi dalla vicina “Cavalleggeri”, zona notoriamente controllata sotto il profilo criminale dal boss Alessandro Giannelli, capo dell’omonimo gruppo (nessuna sentenza parla di clan).

Dopo l’arresto del latitante Felice D’Ausilio, ras storico di Bagnoli, i fedelissimi temerebbero mire espansionistiche da parte dei rivali di Cavalleggeri. Una volta in forza proprio ai D’Ausilio Alessandro Giannelli avrebbe diversi conti da regolare con gli attuali nemici, tra cui il ferimento del figlio miracolosamente scampato ad un agguato messo in essere nella propria roccaforte a Cavalleggeri.

Due killer aprirono il fuoco contro l’adolescente che si salvò grazie ad uno stratagemma: solo ferito di striscio ad un braccio simulò di essere stato colpito a morte accasciandosi al suolo e lo fece talmente bene da indurre i sicari ad allontanarsi velocemente dal posto certi dell’esito positivo del raid.

Ora i tamburi del sistema suonano sinistri nelle due zone confinanti di Napoli: “radio mala” parlerebbe di rapporti eccellenti di Giannelli (anche familiari) con il sistema di “Secondigliano” che potrebbe offrire uomini e mezzi al giovane ras in un conflitto camorristico finalizzato al controllo delle piazze di spaccio sul territorio e del racket.

Una situazione che le forze dell’ordine tengono sotto controllo: praticamente presidiate le aree in questione al fine di prevenire e reprimere sul nascere eventuali stese o agguati. I residenti vivono nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Un particolare questo talmente diffuso ormai da passare quasi inosservato. In certe zone di Napoli con la paura si convive da sempre: le istituzioni a questo punto devono attivare immediatamente campagne preventive mirate a garantire istruzione e occupazione alle nuove leve in una lotta al crimine organizzato che non può puntare esclusivamente sulla repressione.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.