Arrestati tre dei quattro uomini che aggreredirono il titolare di un bar di Pompei

Nella tarda serata del 24 novembre dello scorso anno, alcuni individui irrompevano in un locale di via Lepanto a Pompei e aggredivano il gestore. Il locale era regolarmente aperto ed affollato mentre i quattro malintenzionati si rivolgevano al titolare intimandogli, prima verbalmente, di chiudere il locale e mandare fuori tutti gli avventori.

A seguito del rifiuto di consegnare la somma di 1600 euro, gli uomini aggredivano il titolare con mazze, pugni e bottiglie di vetro, distruggendo suppellettili ed arredi del locale e scatenando il panico tra i clienti presenti che si davano alla fuga atterriti.

Gli investigatori attivavano le opportune fonti al fine di cristallizzare gli eventi e capirne la dinamica.

Tre dei quattro autori dell’aggressione sono stati arrestati nella prima mattinata di oggi 8 febbraio sulla base della disposizione impartita dal sostituto procuratore di Torre Annunziata, Barbara Aprea.

L’arresto di questa mattina è frutto di un’accurata attività investigativa, portata avanti anche con l’acquisizione di filmati di videosorveglianza. Gli inquirenti riuscivano così ad identificare gli autori materiali dell’azione criminosa. A guidare il raid Pasquale Russo, di 46 anni di San Giovanni a Teduccio, per il quale è stata disposta la custodia in carcere;  Gennaro  Velotto, di 25 anni, anch’egli di San Giovanni a Teduccio, e di Marco Serpone, 34enne di San Sebastiano a Vesuvio. Questi ultimi due sono stati ristretti agli arresti domiciliari. Identificato anche il quarto aggressore che però è tuttora latitante. L’ipotesi di reato per i quattro delinquenti è quella di lesioni aggravate in concorso e di estorsione.

Quella che fu una vera e propria “spedizione punitiva” era stata effettuata al fine di mettere pressione sull’esercente in modo da estorcergli la cospicua tangente. Il titolare del locale dichiarò ai poliziotti di non conoscere gli estorsori.

Ma le indagini del Commissariato di Pompei, guidato dal vicequestore aggiunto Angelo Raffaele Lamanna, hanno portato allo sviluppo risolutivo di oggi con l’identificazione dei responsabili, chiarendo allo stesso tempo i motivi scatenanti del fatto criminoso.

La gestione del bar era stata avviata in società con una donna, moglie di Pasquale Russo. Lo stesso Russo che era detenuto, appena uscito dal carcere voleva imporre il versamento mensile della forte tangente di 1.600 euro, una sorta di buonuscita dall’attività commerciale per la moglie.

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