Sul caso nelle scorse ore abbiamo intervistato anche l’assessore ai Lavori pubblici Giulia D’Auria, che aveva fornito rassicurazioni alla cittadinanza. Gli esperti d’arte e storia di Castellammare, però, la pensano diversamente.
“La lunga lingua d’asfalto che ha deturpato parte dell’antica strada che porta al santuario della Madonna della libera a Castellammare di Stabia è un vero e proprio scempio paesaggistico, un insulto alla storia, la resa della civiltà. – si legge in una nota di Liberoricercatore.it – È sconcertante leggere le dichiarazioni
Le parole del Pubblico amministratore inquietano perché sembrano palesare una scarsa conoscenza del territorio cittadino. È assurdo dire che in quel tratto la pavimentazione originale era tutta in asfalto. Per verificare quanto appena detto basta utilizzare l’applicazione Maps di Google e guardare le foto, datate 2015, che ritraggono lo stesso tratto di strada oggi asfaltato.
Si vede benissimo che il tracciato originale è pavimentato in sampietrini e che ad essere malamente asfaltati erano solo gli ampiamenti della sede stradale fatti, probabilmente abusivamente, negli anni Novanta dello scorso secolo.
Purtroppo episodi di questo genere non sono nuovi e in passato hanno già deturpato pesantemente il volto di Castellammare, esempi lampanti sono la via Dogana Regia e alcune traverse di via De Turris, solo per citarne alcuni, in cui la pavimentazione in basoli antichi è stata sostituita con l’asfalto.”
Comunque sia vogliamo essere ottimisti perché siamo certi – hanno concluso i ricercatori – della buona fede dell’assessore d’Auria e confidiamo che, dopo aver sentito le nostre ragioni e visto le immagini, l’amministrazione comunale rimedi all’errore fatto imponendo alla ditta di ripristinare almeno l’antico tracciato originale”.