Mentre si commemoravano le vittime innocenti delle mafie in 4mila piazze d’Italia non sono mancate a Napoli le polemiche e gli attacchi contro il sindaco Luigi de Magistris scaturiti dalla seduta di ieri del consiglio comunale che ha promosso il capoluogo partenopeo a “Città di pace e giustizia”.
Tutto giusto, tutto gratificante se la maggioranza e il Movimento 5 Stelle non avessero con i loro voti fatto bocciare contemporaneamente la mozione di solidarietà ufficiale agli agenti feriti nella manifestazione di sabato scorso anti Matteo Salvini e la conseguente costituzione del Comune a parte civile contro i responsabili dei gravi episodi di aggressione alle forze dell’ordine.
Queste in merito le parole di Giuseppe Raimondi, segretario generale provinciale pro tempore del Sindacato indipendente di polizia Coisp di Napoli durante un’assemblea sindacale tenuta in Questura: “La decisione del consiglio comunale di Napoli mi lascia sbalordito. La condanna alla violenza in ogni sua forma dovrebbe essere spontanea, così come la solidarietà ai feriti specialmente nei palazzi istituzionali, una mozione del genere non andrebbe assolutamente messa ai voti.
Purtroppo la notizia che ne viene fuori è che nella città di pace e giustizia i poliziotti e tutti i dipendenti del comparto sicurezza restano agnelli sacrificali. Massima solidarietà ai colleghi feriti: uno dei principi della Costituzione è la Libertà di espressione e va sempre garantita, il problema di fondo resta quello di capire le motivazioni di tanta violenza e, come già detto in passato, la Politica italiana, senza soluzione di continuità, dovrebbe interrogarsi su questi fattori”.
Francamente riteniamo insolite anche le parole del sindaco di Napoli Luigi de Magistris quando alla manifestazione in quel di Ponticelli in memoria delle vittime innocenti delle mafie ha dichiarato: “Questa manifestazione ha un senso se si attiva una rivoluzione culturale così forte che si può arrestare solo il giorno in cui l’ultimo mafioso di Stato sarà preso a calci nel sedere e buttato fuori dai palazzi delle Istituzioni”.
Mafiosi di Stato: parole forti, tanto di più se pronunciate da un ex magistrato e attuale primo cittadino di una città come Napoli. Collabori allora attivamente con gli organi competenti all’identificazione di questi mafiosi di Stato evidentemente presenti anche negli Enti pubblici partenopei, accantoni per momento il progetto nazionale Dema (movimento politico creato da Luigi de Magistris e avente per segretario il fratello Claudio) e soprattutto dimostri la propria solidarietà alle forze dell’ordine che ogni giorno fanno miracoli per garantire la sicurezza a Napoli e nel Paese, pur essendo sotto organico e con un supporto logistico inadeguato.
Non si fa politica caro sindaco Luigi de Magistris sulla pelle di chi indossa con onore l’uniforme di Stato così come non si può tenere banco a scalmanati violenti che non hanno nulla a che fare con i dimostranti pacifisti dei centri sociali. Si resti quindi con i piedi a terra e “sul pezzo”, senza sognare avventure politiche nazionali che sottraggono tempo ed energia alle problematiche rilevanti di Napoli.
De Magistris analizzi il bollettino di guerra che giorno per giorno i media riportano in merito alle stese e agli agguati di camorra proponendo valide strategie preventive da attuare in sinergia con le istituzioni tutte, spinga il governo centrale a creare occupazione per i giovani, crei oasi a Napoli dove le nuove leve possano socializzare in modo sano. Della serie: governi la città chi la ama sul serio, di arrivisti e polemici ad ogni costo Napoli non sa veramente più che farsene.
Alfonso Maria Liguori