Ercolano: tra visite eccellenti e inefficienze funzionali mai risolte. La comunità degli scavi è ormai celebre, basta osservare i social network e seguire i media per comprenderlo, per lo spessore altissimo dei personaggi pubblici, legati al mondo della politica, delle istituzioni e del jet set internazionale che la visitano accolti da un sempre presente sindaco Ciro Buonajuto particolarmente attento al protocollo da seguire nel ricevere gli illustri ospiti.
Altrettanto celebre lo è però per i disservizi, le polemiche interne e i malumori che ancora contraddistinguono la quotidianità degli ercolanesi. Dalla gestione della viabilità mai indovinata alla mancanza di un adeguato piano commerciale (molte attività del posto sono ormai al collasso) poco si è prodotto in questi anni per rinvigorire la produttività di una città che soprattutto all’imbrunire in alcune zone si trasforma in deserto.
A combattere la sterile filosofia del “si salvi chi può” le associazioni sparse sul territorio che con eventi mondani e occasioni d’incontro cercano di far vivere ai cittadini la propria realtà d’origine, invogliandoli nello shopping che notoriamente viene al contrario effettuato in paesi limitrofi. Ognuno può spendere il proprio denaro dove vuole, ci mancherebbe: ma se a farlo sono le stesse persone che poi pubblicamente, anche dai banchi del consiglio comunale, invitano i cittadini a credere e investire nel paese, allora la contraddizione è più che evidente.
Addossare le responsabilità unicamente al sindaco Ciro Buonajuto e a questa amministrazione sarebbe assurdo e disonesto: le cause di un malessere generale mai risolto vanno identificate nel tempo e per essere affrontate con risultati soddisfacenti coinvolgere tutte le forze in campo, maggioranza e opposizione in un unico grande progetto di rilancio dei luoghi.
In quest’ottica opaca è apparsa nel tempo la figura del comandante dei vigili di Ercolano Francesco Zenti: un dirigente che ha ricoperto deleghe importanti restando però sempre nell’ombra, lontano dalla gente e poco incisivo nell’offrire per esempio il proprio contributo tecnico all’ottimizzazione della circolazione in città. Un fallimento dopo l’altro che puntualmente mette sul sentiero di guerra residenti e commercianti.
Zenti è stato molto attivo al contrario nel perseguire i vigili cosiddetti “furbetti”, ovvero le unità della locale beccate fuori servizio pur risultando “in” con il sistema delle marcature di favore. Sulla vicenda non ci pronunciamo lasciando tale compito agli organi competenti. I cittadini si chiedono però come mai con altrettanto zelo Zenti non abbia affrontato delicate questioni per la comunità degli scavi fuggendo quasi il contatto con i cittadini. Sicuramente il comandante dei vigili di Ercolano avrà dalla sua valide motivazioni insieme ai vertici del presidio della Locale che saremo sempre pronti a riportare fedelmente.
Tuttavia per una città come Ercolano forse la figura di un ex appartenente alle forze dell’ordine sarebbe stata più indicata al comando della polizia locale: nulla contro l’onesto dirigente, soltanto la volontà di riportare quanto molti, anche dal palazzo di città, più o meno apertamente, tra discorsi ufficiali e “chiacchiericci” (tipici del luogo) hanno sempre sostenuto. Della serie: avanti tutta con il nocchiero Buonajuto sulla strada dei “fatti” e non delle “inutili polemiche” né delle storiche questioni personali.
Alfonso Maria Liguori