Due volte nel giro di pochi giorni. Per ben due volte i feriti trasportati dalle autoambulanze dell’ospedale San Leonardo di Castellammare hanno rischiato grosso. Il motivo? All’interno del parcheggio del nosocomio stabiese, purtroppo, alcuni utenti hanno lasciato in sosta la propria auto in modo tale da rendere impossibile il transito per i mezzi di soccorso. I pazienti, quindi, prima di poter entrare nell’ospedale devono sperare di non imbattersi in qualche incivile che con la propria autovettura blocchi il normale transito nel viale di accesso del nosocomio.
Questo episodio si è ripetuto in maniera simile anche alcuni giorni fa quando un’altra autoambulanza ha dovuto fare i conti con questi problemi ormai noti. Il parcheggio dell’ospedale, infatti, non è grandissimo e moltissimi frequentatori tentano di parcheggiare in tutti i modi possibili non curanti dell’impossibilità del passaggio da parte dei mezzi di soccorso. Il ferito di questa mattina, comunque, ha dovuto attendere più di 15 minuti prima di essere trasportato all’interno del Pronto Soccorso per poter essere curato.
15 minuti di attesa all’interno del viale di accesso all’ospedale San Leonardo che potevano costare caro alla donna presente nel mezzo. Grande la rabbia di tutti i presenti e dei familiari della paziente che pretendevano quantomeno una cura immediata. Prima di poter liberare il viale, infatti, si è dovuto prima rintracciare il proprietario dell’auto in questione mentre altri infermieri e operatori hanno provveduto a spostare, come potevano, alcuni motorini parcheggiati, invece, sul lato sinistro della strada. Probabilmente, dopo questi ultimi episodi, l’ingresso all’interno del Pronto Soccorso subirà alcuni importanti cambiamenti e sarà regolamentato diversamente.
Tutto ciò, comunque, riporta nuovamente d’attualità un tema importantissimo: il nosocomio stabiese è completamente abbandonato a se stesso. Oltre alle difficoltà riscontrate questa mattina per gli uomini del 118, si devono aggiungere i problemi relativi alle carenze di organico all’interno della struttura come denunciato anche dai sindacati.
