Cemento a Volla? Viscovo: “E’ obbligatorio chiarire alcuni punti”

Cemento a Volla, viscovo

Cemento a Volla, sì! Cementificazione, certo! Volla oggettivamente negli ultimi anni ha visto mutare il suo aspetto urbanistico. Le gru hanno aggredito il cielo con la conseguenza che il suolo è stato invaso dal cemento, dalle case, dai palazzi che hanno fagocitato tutto il possibile, fabbriche dismesse, fallite, suoli liberi e da riqualificare.

Nelle ultime settimane dopo che i riflettori si sono accesi sul presunto cemento, diciamo così, “sospetto” e dopo l’intervento di testate giornalistiche e programmi televisivi, più o meno informati su tutta la faccenda e la storia urbanistica vollese, e dopo la conferenza stampa che il sindaco Andrea Viscovo ha indetto per chiarire la posizione della sua amministrazione, anche noi ci siamo occupati a fondo del “cemento” vollese, intervistando prima il sindaco della cittadina alle porte del Vesuvio e poi, anche perché tirato in ballo dallo stesso primo cittadino, abbiamo ascoltato anche le ragioni dell’ex assessore della giunta Guadagno, Riccardo Festa.

E proprio in riferimento all’intervista rilasciata dall’ex assessore all’urbanistica e Lavori Pubblici, abbiamo ancora sentito il primo cittadino di Volla che ha voluto chiarire alcuni punti.

Comune allo sbando sotto l’aspetto urbanistico e senza un Piano Comunale che sarebbe stato l’unico baluardo all’invasione del cemento. Colpa della politica la mancata pianificazione della crescita urbanistica e l’incapacità di dare regole certe?

«L’Amministrazione comunale del dott. Salvatore Ricci il 22 maggio del 2010 con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 34, era riuscita ad adottare il Piano Urbanistico Comunale per l’ordinato sviluppo del territorio e la realizzazione delle infrastrutture oltre allo sviluppo dell’edilizia privata e che prevedeva la realizzazione di 2.336 nuove abitazioni.

Per fare ciò, e poter realizzare il piano urbanistico, l’allora amministrazione, nel termine di 60 giorni dall’approvazione della Legge Regione Campania n. 19/09 (piano casa), decise in consiglio comunale di non far applicare gli interventi del piano casa sul territorio comunale;

Il PUC realizzando – aggiunge Viscovo – fu avversato dall’opposizione di centro-sinistra che lo accusava di essere speculativo con la previsione di 2.336 nuove abitazioni, al punto tale che fu poi dichiarato decaduto dal TAR in quanto l’amministrazione comunale non ratificò le decisioni scellerate della provincia di Napoli entro il termine stabilito dalla LRC n. 16/04, che avrebbero compromesso l’intero sviluppo ed applicazione del piano stesso;

Con l’avvento della LRC n. 01/11 che dava nuovamente facoltà alle amministrazioni comunali di esprimersi entro 60 giorni dall’emanazione della legge di applicare o meno gli interventi previsti dal piano casa, il consiglio comunale di Volla all’unanimità (con proposta di delibera congiunta della maggioranza e della minoranza) decise di far applicare gli stessi interventi senza alcuna limitazione su tutto il territorio comunale».

Fu quella la saga del merito, nel senso che in quell’occasione non ci fu consigliere comunale che non provò ad accreditarsi il merito di tale approvazione che avrebbe allentato le maglie dell’edilizia cittadina.

«Con la vittoria alle elezioni comunali nel 2012 della Giunta Guadagno, si decise di non di continuare e di non riprendere il cammino già intrapreso, e pagato, dall’Amministrazione precedente, ma di iniziare ex-novo la redazione di un PUC che ha portato il Comune di Volla soltanto a spendere ulteriori 100mila euro.

Tale PUC targato Guadagno-Festa, prevedeva oltre 2.500 nuove abitazioni e pertanto con un numero di case maggiore di quello proposto e adottato da Ricci e definito dagli stessi leader del centro-sinistra speculativo;

Nei fatti il tanto annunciato PUC, non è mai stato adottato dall’Amministrazione Guadagno e pertanto oggi il Comune ha soltanto pagato altri 100mila euro per un lavoro incompiuto ed a tratti inesistente, in quanto l’unica cosa realmente prodotta è il preliminare di piano.

Durante la giunta Guadagno e con Festa in carica – continua il sindaco di Volla -, l’Amministrazione decise di approvare in deroga al PRG vigente, gli interventi previsti dalla L. 106/2011 art. 5 comma 9 per la realizzazione di nuovi fabbricati residenziali in luogo delle fabbriche esistenti e l’ERS di via Sepone ai sensi della LRC n. 01/11 art. 7 che ad oggi risultano ancora essere gli interventi che hanno avuto un maggiore impatto sul territorio.

Pertanto – conclude Andrea Viscovo – l’assessore Festa che dalla Giunta Navarra fine anni ‘90 alla Giunta Guadagno del 2014 ha vissuto e gestito l’Urbanistica del territorio vollese per circa un ventennio, non può scaricare alcuna responsabilità politica su altre amministrazioni appena insediate nonché responsabilità tecniche sugli uffici comunali ai quali ha sempre fornito gli strumenti urbanistici per operare e che gli stessi hanno soltanto dovuto applicare».  

Altra questione quella legata all’accorpamento dei volumi agricoli e all’interrogazione parlamentare prodotta proprio in relazione al comune di Volla.

«Nel caso dell’accorpamento dei volumi agricoli, contrariamente a quanto dichiara Festa, il Comune ha risposto all’interrogazione parlamentare allegando una dettagliata relazione tecnica. In ogni caso si precisa che questa è una prassi consolidata da più di un trentennio in quanto la legge regionale Campania che rende possibile tale procedura è la LRC n. 14/82 allegato I titolo II comma 1.8. Anche in questo caso, il Comune, controlla la predisposizione degli atti notarili di asservimento urbanistico delle volumetrie in gioco trascritte in conservatoria dei Registri Immobiliari con gli opportuni vincoli di inedificabilità delle aree sfruttate.

Per quanto riguarda le volumetrie agricole – continua Viscovo – sfruttate dai comuni della zona rossa, ciò è perfettamente rispondente alle leggi regionali prima citate, in quanto non si tratta di volumetrie residenziale non realizzabili nei comuni della zona rossa ma di volumetrie agricole che assolutamente possono essere autorizzate e realizzate nei comuni stessi facenti parte della zona a rischio Vesuvio, il tutto riscontrabile dai certificati di destinazione urbanistica rilasciati dagli stessi Comuni che i proprietari sono obbligati ad inoltrare all’Ufficio Tecnico.

Tale normativa regionale, tra l’altro, è stata più volte usata dall’assessore Riccardo Festa quando presiedeva le Commissioni edilizie di cui faceva parte e che hanno condotto all’approvazione di numerosi interventi in zone agricole con tali previsioni di legge e pertanto sembra alquanto strano che l’assessore solo oggi stia criticando tali interventi oppure fa finta di non conoscerne l’iter amministrativo e giuridico».

Ulteriori polemiche sono sorte relativamente agli interventi ai sensi del Piano Casa.

«L’assessore Festa, dimostra di non conoscere bene la legge regionale denominata Piano casa, quando asserisce che gli interventi previsti da tale normativa riguarderebbero soltanto le volumetrie esistenti e non lotti liberi.

Infatti dalla definizione di volumetria esistente prevista dalla LRC n. 01/11 all’art. 2, comma 1, lettera “e” si evince che: “per volumetria esistente si intende la volumetria lorda già edificata o in corso di edificazione, o ultimata ma non ancora dotata di certificato di agibilità, o edificabile ai sensi della normativa vigente”. Pertanto su un intervento ammesso in un lotto libero ai sensi della normativa vigente, possono applicarsi le previsioni del piano casa contrariamente a quanto invece asserisce l’ex assessore Festa».

A tenere banco negli ultimi mesi, crisi in maggioranza compresa con l’allontanamento del gruppo, oggi, degli Indipendenti per Volla, la realizzazione della tanto attesa piazza. L’amministrazione ne annunciò la realizzazione negli ultimi giorni del 2016 e da quel momento si sono sprecate le analisi politiche, le critiche, i giudizi e le polemiche, polemiche, polemiche. Critico anche Riccardo Festa.

«Anche in questo caso, l’ex assessore, non ha ben presente che l’imprenditore proponente l’intervento, non ha avuto dal consiglio comunale alcuna agevolazione in termini urbanistici né deroghe se non per il parametro dell’altezza, in quanto allo stesso è stato concesso di realizzare la stessa volumetria che potrebbe ottenere da un intervento ordinario senza che lo stesso passi per il Consiglio Comunale parte sul suo lotto e parte in un lotto di proprietà del Comune. In luogo di ciò l’imprenditore realizzerà, a sue spese e su un’area di sua proprietà pari a circa 3.000 mq, una piazza da cedere alla collettività. In aggiunta a quanto previsto, l’imprenditore si dovrà impegnare a realizzare a proprie spese e cedere gratuitamente al Comune la strada di collegamento tra via Aldo Moro e via San Giorgio completa di parcheggi di relazione. Pertanto – aggiunge il sindaco Viscovo – se all’imprenditore proponente, in luogo di queste cessioni gratuite non è stata concessa alcuna deroga in termini di volumetrie, non si capisce perché il Festa debba così aspramente attaccare tale intervento, forse perché e quello che voleva realizzare lui con l’Università senza mai riuscirci?

Tutto ciò fa confondere il cittadino medio che potrebbe avere la sua agognata piazza e pertanto uno spazio civico che manca sul territorio, a costo zero, sia in termini economici, che di cubature.

Per chiarirci – conclude il sindaco – se l’imprenditore decide di realizzare i suoi bravi fabbricati sul suo suolo senza cedere nulla al Comune, lo stesso vedrebbe evasa la sua richiesta e a dimostrazione di ciò ci sono ben 12 sentenze TAR Napoli che obbligano l’ufficio comunale a rilasciare gli interventi previsti in ZTO F con gli indici del Programma Settore Attrezzature approvato».

Ivan Di Napoli

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