Il temutissimo aumento del Preu “Non s’ha da fare”

gioco parlamentoRimane da capire per quale recondito motivo il comparto degli apparecchi da intrattenimento per il gioco debba “forzatamente” essere quello più tartassato, essendo oltretutto un settore concessorio e, quindi, tutelato: ma negli anni si è assistito a numerosi e continui incrementi sulla sua tassazione… e non è ancora finita qui, visto che la ormai “famigerata manovra-bis” ne contiene un altro che, molto probabilmente, nessuno si aspettava certamente gli operatori di settore. Non è certamente lontano l’ultimo innalzamento del Preu dello scorso anno, riportato anche sul sito più autorevole che permettere di scoprire quale casino online scegliere tra i tanti disponibili, che ha procurato per l’Erario un ingente ingresso di risorse.

Ma questo è: ed ormai quando non si sa dove “attingere” per raggranellare quattrini per far quadrare il bilancio dello Stato si sa che la mente di chi ci governa va sempre a cadere nello stesso “mondo”: non brilla certamente di fantasia visto che il gioco sembra essere l’unico obbiettivo da colpire!

Oggi, però, si è arrivati veramente al capolinea prima, ed al paradosso poi: come si fa a proporre di riformare e ridurre il gioco e poi lo si tassa ulteriormente mettendo in condizione il settore di “toccare un punto di non ritorno” dal quale sarà assai difficile “tornare indietro”?

Quello che ora si può dire è che chi ha pensato e metterà in atto questo ultimo aumento della tassazione si dovrà anche fare carico di tutte le responsabilità che ne deriveranno, oltre che giustificare questo percorso a livello di natura giuridica in relazione agli affidamenti concessori.

Le imprese di gioco, non vi è più alcun dubbio, non riusciranno a sopportare questo ulteriore “calvario economico” al quale verranno sottoposte, rischiano di chiudere e gli investitori che hanno creduto in questo comparto che garantisce oltre 150mila posti di lavoro si dilegueranno come neve al sole. Non c’è certezza, non c’è trasparenza e non c’è obbiettività e coerenza per questo povero settore ludico che è stato veramente “spremuto come un limone” e che non ha più forze per “correre dietro” alle esigenze dell’Esecutivo che, invece, da parte sua non sta ponendo in essere alcuna limitazione agli sprechi della “sua amministrazione”.

Oltre tutto questo atteggiamento del Governo va in direzione nettamente opposta a quanto è stato dichiarato sino ad ora relativamente all’impegno di non incrementare alcuna pressione fiscale… O sono solo e soltanto parole che, non scritte, lasciano il tempo che trovano e rientrano nelle “solite promesse” che vengono fatte ai cittadini (tutti i cittadini, quindi, compresi anche quelli del mondo del gioco pubblico) e che non vengono poi mantenute per “causa di forza maggiore e per far quadrare il bilancio dello Stato”?

Tutti i vari aumenti della tassazione sul gioco e sui casino online in italia, oltre ad avere un risultato “positivo” solo per l’Esecutivo, non hanno “prodotto alcunchè” per il settore del gioco che si dibatte ancora in “vecchie situazioni”, nella questione territoriale per esempio, che non sono state dipanate e forse neppure coscienziosamente affrontate. Bisogna che venga studiato un percorso diverso da quello di una ultetriore tassazione perché questo ultimo passo porterà solo un “disastro” economico ed occupazionale senza precedenti. E non sembra proprio il “momento storico” adatto per arrivare a questo: l’opinione pubblica è stanca di questo atteggiamento, almeno quella che riesce ad essere obbiettiva con il settore ludico e tutto quello che lo circonda.

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