Napoli, blitz della polizia nella Duchesca: sequestrati 344 capi di abbigliamento contraffatti

napoliGli agenti della polizia di Stato del Commissariato Vicaria Mercato hanno effettuato nelle scorse ore controlli nella Duchesca, a Napoli, inerenti il fenomeno della vendita di abbigliamento contraffatto. I poliziotti, in vico VII Duchesca, hanno proceduto al sequestro di 344 capi di abbigliamento, soprattutto t-shirt contraffatte.

Gli agenti hanno bloccato un cittadino tunisino 59enne che è stato denunciato in stato di libertà per il reato di contraffazione e ricettazione, in quanto detentore di un locale al cui interno vi era esposta la merce contraffatta in vendita. Fred Perry, Colmar, Lacoste, Stone Island, Harmont & Blaine ed altri erano alcuni dei marchi illegalmente riprodotti sulle magliette. Non si attenua l’opera di contrasto al malaffare, con particolare riferimento alla contraffazione, messa in essere dalle forze dell’ordine a Napoli.

Merce contraffatta, business da migliaia di euro

Un business che muoverebbe cifre da capogiro, gestito dalla camorra che imporrebbe l’acquisto dei capi taroccati agli extracomunitari tassandoli, secondo alcune indiscrezioni, poi anche sulle vendite. Ad alimentare tali traffici contribuirebbero le manie di grandezza della gente: pur di camminare con una borsa o un capo d’abbigliamento griffato si ricorrerebbe al falso. Un dato da non sottovalutare che la dice lunga sulla supremazia dell’apparire sull’essere in una società che fa registrare il tutto esaurito allo stadio per una partita importante della locale squadra di calcio (anche se il costo dei biglietti è rilevante) per poi svegliarsi il lunedì successivo e manifestare contro l’inoccupazione. Stessa cosa per i motoveicoli e veicoli di lusso che copiosi si vedono circolare per Napoli e l’hinterland spesso con giovanissimi alla guida.

Sarebbe allora lecito chiedersi da dove provengano queste ricchezze visto che il tasso di inoccupazione e disoccupazione nella zona è altissimo ed onesti imprenditori ridotti al fallimento dalla recessione economica in atto a livello internazionale si tolgono la vita per la vergogna di non riuscire più a pagare i dipendenti. Contraddizioni di una società moderna? A nostro umile avviso una questione molto, molto più seria e complessa ad oggi irrisolta per negligenza da parte delle Istituzioni.

Alfonso Maria Liguori

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