Incendi sul Vesuvio: ipotesi camorra e interessi sulle discariche

Quando si parla a Napoli e nell’hinterland di smaltimento rifiuti sono tante le bocche cucite, le defezioni e gli sguardi eloquenti degli addetti ai lavori

incendio vesuvio torre del greco 1La camorra e gli interessi malavitosi dietro gli incendi che stanno devastando il Parco Nazionale del Vesuvio e numerose riserve naturali campane. Radio mala parlerebbe da un lato della volontà di criminali senza scrupoli di distruggere il materiale contenuto nelle numerose discariche abusive sparse ovunque sul territorio e dall’altro di creare conseguentemente nuovi siti dove stoccare ogni genere di rifiuti.




Si parlerebbe di cifre da capogiro mosse dal sistema in uno dei settori più a rischio della società: quando si parla a Napoli e nell’hinterland di smaltimento rifiuti sono tante le bocche cucite, le defezioni e gli sguardi eloquenti degli addetti ai lavori, si ha spesso l’impressione che si abbia timore di affrontare direttamente la questione perché certi di imbattersi nella peggiore risma di camorristi.

D’altro canto non c’è da meravigliarsi se si pensa che le dichiarazioni di pentiti, come i Lo Russo di Miano, (nello specifico Carlo Lo Russo) hanno permesso di appurare come gli appalti per la pulizia di noti ospedali partenopei fossero gestiti più o meno direttamente dalla camorra. Il problema è oltremodo complesso e richiederebbe, per essere concretamente risolto, l’apertura di un sistema di scatole cinesi infinito che potrebbe coinvolgere oltre a noti malavitosi nostrani insospettabili professionisti della Napoli bene e della provincia.




Imperi economici costruiti inquinando oltre misura oasi naturali uniche al mondo hanno certamente dei diretti responsabili: le istituzioni devono a questo punto, se si vuole realmente affrontare il delicatissimo tema, andare a monte di un fenomeno che muove cifre da capogiro in un sistema di collusione e corruzione osceno. Senza campagne di prevenzione mirate e ramificate sul territorio ci si troverà di volta in volta ad affrontare l’ennesima emergenza annunciata: a volte si ha l’impressione che istituzionalmente si proceda a scarica barili con una sequenza impressionante di dichiarazioni del tipo “non è di nostra competenza, il governo non ci fornisce mezzi adeguati d’intervento, etc…”.

Intanto però i decessi per patologie oncologiche in certe zone aumentano: aree dove i camorristi sono così cinici e attaccati al denaro da condannare a morte i loro stessi parenti trasformando ettari di terra in discariche abusive. In sintesi : la politica faccia la sua parte e in tempi utili focalizzando bene che in ballo ci sono la salute e il futuro di migliaia di onesti cittadini.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.