Il salumiere coraggio della Duchesca chiude la sua attività. Un finale amaro per la brutta vicenda che ha visto protagonista un commerciante di Napoli, Ciro Scarciello, per anni operativo alla Duchesca. L’uomo che ebbe il coraggio di denunciare pubblicamente l’odioso fenomeno del racket ha annunciato infatti che questa sarà la sua ultima settimana di lavoro.
Il signor Ciro, definito “salumiere coraggio”, dopo aver denunciato il fatto ha iniziato a subire conseguenze devastanti per la sua attività. I clienti storici probabilmente spaventati dalle possibile ritorsioni della camorra hanno abbandonato l’esercizio costringendo Scarciello a chiudere bottega. Non sono bastate le diverse dimostrazioni di affetto e partecipazione da parte di amici, parenti e di alcune persone del quartiere che in un primo momento hanno continuato a spendere nel suo negozio ma che non hanno sortito l’effetto domino sperato dal commerciante.
“Inizia l’ultima settimana di un lavoro che mi ha dato immense gioie . Un velo di tristezza mi attanaglia ma la consapevolezza di aver preso una giusta decisione prende il sopravvento” : questo l’amaro commento di Ciro Scarciello, onesto lavoratore costretto a gettare la spugna nei confronti della camorra perché lasciato solo con le sue ambasce a combattere il più devastante dei mali sociali.
Una sconfitta per l’intera comunità partenopea, per gli onesti cittadini che credono nelle Istituzioni e nella Giustizia, per i giovani che sognano di poter impiantare nella propria città attività commerciali senza essere stritolati dal cancro camorra. Troppa demagogia e retorica da parte dei politici in una Napoli che affonda sotto il peso di enormi disservizi: eppure c’è chi ha il coraggio di parlare di ripresa, di successi ottenuti nel sociale e nello sviluppo commerciale dei luoghi.
A questi oratori del nulla chiediamo di compiere attento esame di coscienza nel rispetto dei tanti Ciro Scarciello che quotidianamente sono costretti, ancora oggi, a deporre le armi perché messi alle corde dalla cinica logica del sistema.
Alfonso Maria Liguori