“Lo scugnizzo è un pipistrello che solo se ti sfiora con le ali fa paura”: così in una celebre intervista televisiva definiva il ragazzo che cresce per strada a Napoli, lo “scugnizzo”, l’ex ras di Forcella Luigi Giuliano, alias “’o re”.

Giuliano insieme ai fratelli Nunzio, Carmine, Salvatore, Raffaele, Guglielmo e alla sorella Erminia (alias Celeste) ha governato criminalmente parlando il centro storico di Napoli per anni avendo la propria base operativa a Forcella. Amato dalla gente dei vicoli “’o re” era famoso per le sue doti artistiche che lo hanno portato anni addietro a diplomarsi presso il Centro Europeo di Musica di Toscolano diretto da Mogol in Autore di Testi. Noti i rapporti artistici anche con l’esordiente Gigi D’Alessio e con diversi neomelodici più o meno noti a Napoli.

luigi giuliano 1Luigi Giuliano si è sempre definito un prodotto della società, una vittima del sistema: “Uno non nasce Lovigino Giuliano (Lovigino, altro pseudonimo dell’ex ras) ma lo diventa per sopravvivere, per difendersi dalle violenze che lo circondano. Quando si arriva a far del male  per interesse – aveva dichiarato Giuliano – a colpire anche persone amiche, vuol dire che non si ha più cuore, che ci si è piegati definitamente alla logica di strada che è simile alla giungla: uccidi per non essere ucciso”.

Giuseppe MissoParole che presentano in modo chiaro il contesto in cui è cresciuto Giuliano amico d’infanzia e poi acerrimo nemico di Giuseppe Misso, alias “o nasone” a sua volta boss della Sanità. Da adolescenti i due scugnizzi  sognavano di dividersi il controllo di Napoli, di combattere le ingiustizie che penalizzavano la povera gente. In realtà maturava l’istinto criminale che poi portò entrambi ad essere annoverati nei libri di educazione civica in uso presso gli istituti scolastici statali quale peggiore espressione del cancro sociale chiamato camorra.

Non è un caso che Luigi Giuliano sia stato a lungo il capo della Nuova Famiglia, l’organizzazione criminale vincente sulla NCO di Raffaele Cutolo.

Oggi le cose sono cambiate: il centro storico è in balia di baby gang che soprattutto alla Sanità stritolano le oneste imprese  imponendo un racket spietato. Radio mala vedrebbe l’ombra di vecchi boss perdenti della Nuova Famiglia dietro i nuovi criminali: se così fosse Napoli e l’hinterland sarebbero sull’orlo di una della più violente guerre di camorra tra chi vorrebbe tornare in auge e chi sogna, da giovanissimo, carriere criminali lampo sullo stile della fiction “Gomorra”. In mezzo gli onesti cittadini a cui le istituzioni ad oggi hanno offerto un supporto insufficiente. Lo ripeteremo all’infinito: adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione o il match con il sistema è perso in partenza.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.