“Chiediamo più controlli da parte delle forze dell’ordine: abbiamo paura per i nostri figli vittime di balordi senza scrupoli soprattutto all’imbrunire e nel weekend”: questo l’appello rivolto alle forze dell’ordine dai residenti di Cavalleggeri esasperati dall’ondata di micro criminalità che ultimamente si sarebbe abbattuta nel popolatissimo quartiere partenopeo.
Si parlerebbe di pestaggi violenti subiti da adolescenti che si sarebbero rifiutati di consegnare a rapinatori coetanei il cellulare e i pochi euro che avevano con se: un dato allarmante che ha poco a che fare però con il sistema propriamente detto. Teppisti, giovinastri cresciuti alla scuola della violenza e dell’anarchia comportamentale pur di vestire griffati e atteggiarsi nel branco starebbero mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità di chi è reo solo di abitare in aree dove con triste ripetitività si riacutizza l’emergenza sicurezza.
Non vorremmo ancora una volta essere costretti a commentare l’ennesima tragedia annunciata. Cosa chiedono i cittadini? Presidi fissi delle forze di polizia soprattutto negli orari maggiormente a rischio, pattuglie in borghese nel quartiere e maggiore attenzione da parte del governo locale per le problematiche sociali ormai endemiche in molte zone di Napoli. Senza occupazione, adeguata scolarizzazione e sana aggregazione si continua a combattere la sub cultura mafiosa in modo del tutto inefficace.
Senza contare il danno arrecato alle attività commerciali del posto, agli eroici esercenti che nonostante il forte momento di recessione e gli asfissianti oneri fiscali continuano ad illuminare i quartieri di Napoli con le proprie insegne. Senza sicurezza non c’è sviluppo economico: la gente non fa shopping dove non si sente sicura. Francamente non comprendiamo come ad oggi elementari principi sfuggano alla professionale attenzione degli organi statali competenti. Perché di sfilate elettorali, promesse da marinaio e chiacchiere la capitale del Mediterraneo proprio non ha bisogno.
Alfonso Maria Liguori