Valentino Gionta, i rapporti tra camorra e politica: quei misteri irrisolti di Torre Annunziata

Forse Siani si era avvicinato molto a connubi intoccabili giungendo ad un passo dallo smascherare intese sotto banco che avrebbero potuto portare conseguenze devastanti

Valentino Gionta e i rapporti tra politica e camorra : un binomio che tutt’oggi lascia seri interrogativi su che fine abbiano fatto i personaggi che una volta facevano la fila pur di godere dell’appoggio in periodo elettorale del padrino oplontino. Quando si parla di Valentino Gionta occorre sempre aver ben chiaro lo spessore criminale di un uomo capace di tener testa alla NCO di Raffaele Cutolo, abile negli affari e talmente potente da essere affiliato a Cosa Nostra e diretto referente della mafia siciliana in Campania.



Sui contatti tra camorra e politica indagò con particolare professionalità un giovane cronista del Mattino , Giancarlo Siani . Siani, tra le tante inchieste svolte sul territorio torrese, scrisse che l’arresto di Gionta non sarebbe stato altro che “il prezzo pagato dai Nuvoletta per giungere ad una pace con i Bardellino”. Parole che costarono la vita a Giancarlo trucidato da sicari nei pressi della sua abitazione nel quartiere Vomero a Napoli il 23 settembre del 1985. Ma dietro quell’esecuzione , come ancora in molti ritengono, potrebbero esserci altre motivazioni.

Forse Siani si era avvicinato molto a connubi intoccabili giungendo ad un passo dallo smascherare intese sotto banco che avrebbero potuto portare conseguenze devastanti all’interno del sistema. Quando si parla di politica a Napoli e nel vesuviano bisogna fare i conti con la capacità rigenerativa di ambigui figuri, dalle doti camaleontiche innate , in grado di portare avanti pedine in odore di perbenismo da muovere poi dietro le quinte. A confermare tale ipotesi i numerosi commissariamenti che nel tempo hanno colpito diversi comuni dell’hinterland partenopeo e del vesuviano.



Una questione sulla quale l’attenzione della Procura della Repubblica e dell’Antimafia resta costantemente alta. Valentino Gionta è detenuto dal 1985 nel carcere di Novara e dal 2007 sottoposto al 41 bis conseguentemente alla ripresa della faida a Torre Annunziata. Una figura criminale carismatica che ha saputo costruire intorno a se un alone di intoccabilità per anni.

Tanti politici, amministratori, professionisti e imprenditori negli anni al soldo del boss di Torre Annunziata: un prestigio malavitoso mai perso che ha consentito ai figli di tenere testa a clan rivali nelle numerose faide locali per il controllo degli affari illeciti sul territorio. Un boss che non si è mai pentito: questo particolare riempirebbe di orgoglio i giovani affiliati che, complice la scarsa scolarizzazione e l’inoccupazione endemica in certe zone, vedrebbero in Valentino Gionta un eroe epico, vicino alle ambasce della povera gente e pronto a difendere la propria leadership criminale su Torre Annunziata a qualsiasi costo.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.