«Sarà una cooperativa ad occuparsi dei migranti che verranno accolti a Torre Annunziata entro il 31 maggio 2018», a dirlo è il sindaco Vincenzo Ascione.
L’accoglienza, come si legge all’articolo 3 del Protocollo d’Intesa con il ministero dell’Interno, dovrà avvenire gradualmente sul proprio territorio «in collaborazione con le associazioni del terzo settore e le organizzazioni aventi finalità sociali», nei tempi stabiliti.
«La direzione della nostra città – commenta il primo cittadino – va verso un’accoglienza tesa ad una corretta programmazione e alla sicurezza, non all’emergenza». Un’accoglienza diffusa, dunque, che permetterà una maggiore integrazione con l’utilizzo dello Sprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.
La clausola di salvaguardia concordata con l’Anci, che fissa i limiti di sostenibilità e proporzionalità, consentirà a Torre di ospitare 70 migranti e non 137, come previsto inizialmente. Non si sa ancora nulla della società che gestirà il tutto. «Al momento siamo accreditati al Viminale. Individueremo con procedure ad evidenza pubblica la cooperativa che ricercherà gli immobili, pubblici e privati, da destinare ai migranti».
Nessun collegamento con la vendita di Villa Luisa, storica abitazione oplontina, venduta a Massimo Esposito, proprietario dell’Hotel Il Rosone a Boscotrecase. La struttura alberghiera, infatti, già da tempo ospita cittadini stranieri. Nel giugno scorso sui cancelli della residenza Faraone Mennella comparve uno striscione con la scritta «Questa villa deve essere il fiore all’occhiello della nostra città. No al business dell’immigrazione».
«Non c’entra assolutamente niente. – spiega Ascione – Tutto avverrà secondo le procedure. Inoltre, Torre Annunziata – conclude – ha dimostrato negli anni di essere accogliente e solidale».
Roberta Miele
