Napoli, omicidio di Annamaria Palmieri: manovale ma uccisa come un boss. I segreti della camorra

L'agguato, di chiaro stampo camorristico, potrebbe essere stato messo in atto per uno sgarro che la donna avrebbe potuto fare al clan

Sviluppi nelle indagini sull’omicidio della 54enne Annamaria Palmieri , caduta in un agguato a San Giovanni a Teduccio in via dell’Alveo Artificiale. I sicari avrebbero esploso contro la donna numerosi colpi con una pistola semiautomatica calibro 7,65 : almeno tre proiettili avrebbero centrato la 54enne al volto. La vittima aveva precedenti per associazione a delinquere , droga ed estorsione. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi Palmieri era considerata una “manovale” del clan Formicola.




Le indagini, condotte dagli agenti Squadra Mobile di Napoli, diretti da Luigi Rinella, sarebbero ancora corso. L’agguato, di chiaro stampo camorristico, potrebbe essere stato messo in atto per uno sgarro che la donna avrebbe potuto fare al clan o anche per un avvertimento esterno, di un altro clan quindi, diretto ai Formicola. La vittima si occupava degli affari del clan non in un ruolo di primo piano.

Qualcuno l’ha attesa nei pressi della casa del figlio, in via dell’Alveo Artificiale, e l’ha uccisa proprio come se fosse un boss. Qui nascerebbero alcune contraddizioni tra il ruolo secondario, secondo gli inquirenti, ricoperto da Annamaria Palmieri nel gruppo malavitoso dei Formicola e la modalità d’esecuzione dell’omicidio che è tipica delle condanne a morte inflitte a pezzi da 90 del sistema .




Il particolare macabro dei proiettili esplosi sul volto della donna lascerebbero poco spazio ad una diversa interpretazione : chi ha colpito voleva infierire sulla vittima sfigurandone persino i lineamenti. Troppa ferocia, troppa attenzione criminale per un personaggio minore . A San Giovanni a Teduccio si respira di nuovo un ‘aria di terrore tra gli onesti cittadini : il timore è di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato e finire per errore sotto i colpi dei killer. Sicari che ultimamente sarebbero apparsi giovanissimi e spesso sotto l’effetto di stupefacenti, figure ben lontane dai professionisti degli omicidi una volta in forza ai potenti clan della camorra.

Alfonso Maria Liguori



Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteGuai con il fisco: sequestro da 800mila euro a Teverola e a Lusciano
SuccessivoCamorra, quelle minacce di Angelo Moccia al boss Ferdinando Cesarano
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.