Torre Annunziata si è candidata a Comunità europea dello Sport 2020

Torre Annunziata si è candidata a Comunità europea dello Sport 2020. La delibera è a firma del neo assessore allo Sport Aldo Ruggiero, la cui delega è stata approvata durante il Consiglio comunale del 28 dicembre, ma in realtà non se n’è occupato lui. Così, quando abbiamo chiesto spiegazioni, ha passato la palla alla collega al Bilancio Emanuela Cirillo.




«Ruggiero non ha seguito la pratica dall’inizio per problemi di salute, da questo momento lo farà lui; e poi, amiamo lavorare in squadra, poco importa chi fa le cose. A volte è questione di opportunità, in quel momento c’ero io e me ne sono fatta carico, ma sarà lui a completare il dossier per la candidatura vera e propria».

La città oplontina parteciperà alla competizione indetta da Aces, Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport, nella categoria “comunità” come Archeo Vesevus, insieme ai comuni della buffer zone, eccetto Torre del Greco, commissariata.




«In qualità di Comune capofila abbiamo fatto richiesta di candidatura. Entro il 31 marzo tutti dovremo inviare un dossier in cui narriamo la città dal punto di vista sportivo. Ad esempio, potremo raccontare la partecipazione alle Universiadi, le squadre di calcio e basket, lo stadio, le attività sportive. Così come faranno anche gli altri comuni dell’Archeo Vesevus. La partecipazione ci permette di entrare in un circuito internazionale e la vittoria consente lo stanziamento di fondi».

Il regolamento prevede un tetto di quattro sponsor, per un totale di 5mila euro. La cifra verrà versata direttamente all’organizzazione, solo in caso di vittoria.
«Ci rivolgeremo a sponsor comprensoriali. A candidatura avvenuta, abbiamo ricevuto diverse proposte spontanee, ma vogliamo agire con una manifestazione di interesse in contemporanea con gli altri comuni e poi decidere. È probabile – ha concluso Cirillo – che la premiazione avverrà in Canada, ci sarà visibilità a livello internazionale, per cui saranno interessati i grandi gruppi».

Roberta Miele

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