Perché il bando per affidare gli chalet dell’Acqua della Madonna restano al palo da quasi 10 anni? La risposta è tutta qui. Nella città delle acque la forza della camorra si palesa anche quando è assente sulla carta. Anche quando non può infiltrare, condizionare, decidere alcunché, la cultura criminale sentenzia ancora sul futuro di Castellammare. E’ un paradosso, una storia che ha dell’incredibile e che puntualmente si dissolve nel silenzio, sottovoce, senza che nessuno gridi allo scandalo per un’economia che non riparte.
Castellammare rappresenta l’esatto esempio di come la camorra condiziona un intero territorio. Entriamo nello specifico per un secondo. I vecchi chalet non ci sono più sono stati demoliti. Sorgevano in un’area a forte trazione criminale, il centro antico della città. Ora ne sono rimasti 2, già riqualificati, con un buon successo di avventori. Il progetto su quelli nuovi, più o meno sempre lo stesso nonostante le varie amministrazioni comunali che si sono succedute, è quello di realizzare 8 chalet. Ma che sia il Comune a bandire la gara per la successiva gestione dei ristorantini, o come in questo caso l’Autorità Portuale, il risultato è sempre lo stesso.
Nessuno partecipa, o quasi. Pochi giorni fa infatti 2 offerte sono pervenute e, se tutto andrà per il meglio, verranno realizzati 2 chalet. Su tutta la trafila vigila la Prefettura proprio per evitare infiltrazioni da parte della camorra che, proprio per i paletti imposti dal bando, non potrebbe infiltrarsi. 2 offerte su 8 è un passo in avanti rispetto al passato, ma ancora troppo poco. Perché se è vero che i guadagni sono pressoché certi, è anche vero che l’eventuale imprenditore che gestirebbe uno chalet si troverebbe di fronte probabili richieste estorsive, se non peggio. Qualcuno cantava che “non ci sono più santi né eroi”, ed è completamente vero a Castellammare.
Eccola quindi, la camorra che blocca l’economia e incide sul commercio. Come e quando Castellammare si libererà di tutto ciò? Non resta che attendere, anche se gli anni continuano a passare e quella banchina resta sempre semivuota. Mentre tutt’attorno continuano a sorgere attività commerciali “simili” agli chalet ma su cui non c’è il controllo delle autorità. Attività private su cui il Comune non può vigilare, aperte con soldi puliti e profumati.