La strategia difensiva scelta dai legali di optare per il rito abbreviato non ha risparmiato l’ergastolo a Gennaro Buonerba, Antonio Amoroso, Luigi Criscuolo e Andrea Manna, ritenuti appartenenti al clan dei Mazzarella: secondo il Gup del Tribunale di Napoli Paola Piccirillo sono i responsabili dell’uccisione di Emanuele Sibillo, 20enne ras della cosiddetta paranza dei bambini. Teatro dell’agguato via Oronzo Costa, nel cuore storico della città , il 2 luglio del 2015. Il Gup ha accolto le richieste del Pm della Direzione distrettuale antimafia Francesco De Falco, che ha condotto l’inchiesta insieme con il Pm Henry John Woodcock.
Omicidio baby boss della “paranza”: quattro ergastoli. Sedici anni sono stati invece inflitti a Vincenzo Robino, ritenuto responsabile del ferimento di Antonio Napolitano, alias “ o’ Nannone”, avvenuto pochi giorni prima dell’eliminazione di Sibillo e 12 anni al pentito Maurizio Overa, sempre per lo stesso crimine. Emanuele Sibillo sarebbe stato trucidato ,nella guerra tra Mazzarella e Sibillo-Giuliano, per il predominio nello spaccio di droga al centro storico.
Oggi condanne a “fine pena mai” chiudono una vicenda che puzza di sangue, violenza, emblema della sub cultura camorristica che ancora impera in certe zone di Napoli e dell’hinterland. Le istituzioni devono agire con ben altra incisività per quanto meno salvare il salvabile all’interno di un territorio in cui l’emergenza sicurezza è ormai endemica. Della serie : meno chiacchiere e più fatti per salvare Napoli dalla più miserabile delle implosioni.
Alfonso Maria Liguori