Torre Annunziata, camorra: i Gionta cercano alleanze per affermare la leadership

Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero già stati contatti sottobanco per verificare la presenza delle condizioni base sulle quale costruire un’eventuale alleanza di comodo

I Gionta sarebbero alla ricerca di alleanze sottobanco per affermare definitivamente la propria leadership criminale a Torre Annunziata. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da radio mala i “valentini” starebbero ricompattando i ranghi per imporre sul territorio le proprie regole criminali : dal racket allo spaccio di stupefacenti il messaggio lanciato agli altri clan sarebbe inequivocabile. Si gli altri sodalizi criminali vogliono ritagliarsi un proprio spazio devono comunque sottostare ai Gionta. Un particolare che potrebbe acuire i già precari equilibri con i nemici di sempre Gallo-Cavalieri.




A questo punto l’ago della bilancia potrebbero essere le baby gang emergenti e il cosiddetto Terzo Sistema. Due realtà criminali formate per lo più da giovanissimi camorristi dall’indole oltremodo violenta e per nulla inclini al rispetto delle gerarchie malavitose. Ragazzi poco più che adolescenti pronti a tutto pur di detronizzare chi da sempre governa il sistema in città. Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero già stati contatti sottobanco per verificare la presenza delle condizioni base sulle quale costruire un’eventuale alleanza di comodo. Fatto sta che ad oggi commercianti e imprenditori oplontini continuano ad essere vessati dai clan. Con i malavitosi di Torre Annunziata non si scherza: chi è nato e cresciuto nel vesuviano lo sa da sempre.

La ferocia del modus operandi : questo il particolare che ha reso i clan di Torre Annunziata, con particolare riferimento ai Gionta, temuti e inattaccabili da parte di altri gruppi operanti su comuni limitrofi. Ad alimentare il mito criminale dei Gionta la figura omertosa del fondatore Valentino , il super boss che non ha mai manifestato la minima volontà di collaborare con la Giustizia nonostante la condanna all’ergastolo e il regime impostogli di carcere duro. Valentino Gionta è stato infatti condannato per associazione camorristica, traffico di cocaina, corruzione (2 appalti di edilizia scolastica e rete fognante del Quadrilatero delle Carceri, rione di Torre Annunziata dove lo stesso Gionta abitava, per un giro di affari nel primo caso di 33 miliari di lire e nel secondo di 11 miliardi e 800 milioni), duplice omicidio, concorso in estorsione ai danni dei grossisti del mercato ittico di Torre Annunziata e voto di scambio.




Gionta è detenuto dal 1985 nel carcere di Novara e dal 2007 sottoposto al 41 bis conseguentemente alla ripresa della faida a Torre Annunziata. Una figura criminale carismatica, con spiccate doti imprenditoriali che ha saputo costruire intorno a se un alone di intoccabilità per anni. Tanti politici, amministratori, professionisti e imprenditori al soldo del boss di Torre Annunziata: un prestigio malavitoso mai perso nel corso del tempo che ha consentito ai figli di tenere testa ai clan rivali nelle numerose faide locali per il controllo degli affari illeciti sul territorio.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.