Tumori e malattie croniche, maglia nera per la Campania

A sottolinearlo è il direttore scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane, Alessandro Solipaca, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute

In Italia si muore meno per tumori e malattie croniche ma solo dove la prevenzione funziona, ovvero principalmente nelle regioni settentrionali. Al Sud, invece, la situazione è opposta: il tasso di mortalità per queste malattie è infatti maggiore di una percentuale che va dal 5 al 28% e la Campania è la regione con i dati peggiori .A sottolinearlo è il direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane, Alessandro Solipaca, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute.




Non solo, il rapporto evidenzia anche che nel sud Italia una persona su cinque dichiara di non aver soldi per pagarsi le cure, quattro volte la percentuale osservata nelle regioni settentrionali. Gli esiti di salute, “in particolare la mortalità prevenibile attraverso adeguati interventi di Sanità Pubblica – si legge nel Rapporto – sono drammaticamente più elevati al Sud. La Campania, e in particolare la Calabria, sono le regioni che nel quadro complessivo mostrano il profilo peggiore”. In relazione proprio alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale Solipaca ha precisato : ““I 21 Sistemi sanitari regionali in Italia stanno raggiungendo il pareggio di bilancio, tranne Liguria, Toscana, Campania, Calabria e Sicilia. Nel corso degli anni la spesa pubblica sanitaria è diminuita di qualche decimale.




Il nostro Sistema sanitario è diventato sostenibile, ma a che prezzo? A livello nazionale il numero di medici e odontoiatri del Ssn si è ridotto in modo costante tra il 2012 e il 2015, passando da 109.151 unità nel 2012 a 105.526 nel 2015 (-3,3%)”. Lo stesso trend si riscontra, in maniera più accentuata, se si rapporta il numero dei medici e odontoiatri alla popolazione: in questo caso la riduzione del numero di unità è del 5,4%. In Sicilia per 100 medici che vanno in pensione solo 19 entrano nel Ssn. Ci interroghiamo allora sulla sostenibilità reale del sistema. Se in questi anni sono tate tagliate le spese inutili, va bene, altrimenti il quadro è problematico”.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.