Dopo anni e innumerevoli denunce lanciate anche dal nostro giornale, con tanto di foto, in merito al degrado in cui versano le arterie della popolatissima via Doglie a Ercolano l’amministrazione comunale ha recintato con una rete di plastica fissata con ferri all’asfalto alcuni punti in cui il manto stradale è sollevato dalle radici degli alberi presenti sui marciapiedi. Ci si chiede quanto ancora i cittadini dovranno attendere per vedere bonificata un’area che forse non rientra nelle grazie dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Buonajuto. La lontananza dal sito archeologico e del MAV ( museo archeologico virtuale) di via Doglie non consente a qualche politico di fare passerelle pubblicitarie ne di invitare in loco figure istituzionali altolocate.
Se si voleva dividere Ercolano in zone in e out, in ricchi e poveri il risultato è pienamente raggiunto. Rifiuti abbandonati ovunque e di qualsiasi genere, stazione della circumvesuviana del Miglio d’Oro sprovvista di biglietteria e interdetta ai disabili con difficoltà motorie, scarsa presenza delle forze dell’ordine, soprattutto all’imbrunire, penalizzano enormemente la qualità d’esistenza degli ercolanesi che risiedono a via Doglie. Tutti sanno e vedono ma nessuno muove un dito per quanto meno salvare il salvabile. Via Doglie non può e non deve essere ridotta a “dormitorio”. Altro che fare “politica” o puntare il dito contro il paladino di turno : qui si tratta di narrare la verità per quella che è non condendola con particolari che appartengono, purtroppo, solo a poche aree della città. Ne va della credibilità e dell’immagine di un’Ercolano che ha sognato di poter aspirare al titolo di Capitale Italiana della Cultura seguendo individualismi che l’hanno portata a ripetute sconfitte nella stessa competizione.
Questa è storia, non c’è discussione. Sarebbe veramente giunto il momento di amare la città nell’unità della stessa, con particolare riferimento alle periferie e all’area mercatale. Iniziative culturali ed eventi pseudo mondani non devono essere ad appannaggio di pochi eletti o di alcuni punti del paese ma coinvolgere l’intero territorio ercolanese e l’intera popolazione, soprattutto le fasce più deboli. Della serie: cresca Ercolano nel suo insieme, non solo nelle oasi che interessano i potenti.
Alfonso Maria Liguori